Sono da considerarsi legittime le pene previste dalla legge del 2016 che ha introdotto il delitto di omicidio stradale e quello di lesioni personali stradali, gravi o gravissime, andando a rendere ancora più severe le sanzioni. La Corte Costituzionale ha chiarito, con una recente sentenza, che la norma e le pene correlate sono da considerarsi del tutto legittime e rispettose dei vincoli fissati dalla costituzione. La legge ha comunque dei limiti legati alla revoca immediata della patente. La Polstrada ritiene che siano necessarie delle modifiche normative ulteriori per massimizzare la sicurezza.
La Corte Costituzione ha sancito la legittimità delle pene severe introdotte dalla legge del 2016 che definisce il delitto di omicidio stradale ed il delitto di lesioni personali stradali gravi o gravissime. La norma, conferma la Consulta, ha superato il vaglio di costituzionalità relativo al divieto di bilanciare aggravanti con attenuanti.
Da notare, inoltre, che è stato considerato illegittimo l’articolo 222 del Codice della strada che prevede la revoca immediata della patente in tutti i casi di condanna per omicidio e lesioni stradali. Per la Corte Costituzionale, infatti, la revoca automatica è legittima solo per i reati stradali che vengono aggravati da condizioni quali lo stato di ebbrezza o l’alterazione psicofisica correlata all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Per tutte le altre ipotesi di condanna, invece, viene riconosciuto il ruolo del giudice che ha il potere di valutare, a seconda delle situazioni e della tipologia di reato, se andare ad applicare o meno la revoca della patente o, in alternativa, procedere con la sospensione della patente.
Revoca della patente: il parere del capo della Polizia Stradale
I limiti alla norma fissati dalla Corte Costituzionale sono in netto disaccordo con quanto richiesto dal capo della Polizia Stradale, Santo Puccia, che, nel corso di un’audizione alla commissione Trasporti della Camera, ha evidenziato il suo pensiero. Per Puccia, infatti, la principale causa dei sinistri stradali è legata alla distrazione ed all’uso improprio dello smartphone (o di atri dispositivi) alla guida. Si tratta di una tipologia di violazione estremamente pericolosa che può causare un gran numero di incidenti e, quindi, ridurre il livello generale di sicurezza delle strade.
Per il dirigente di Polstrada, quindi, sarebbe necessaria una modifica normativa che vada ad introdurre la possibilità di ritirare la patente già alla prima violazione. Questa soluzione rappresenterebbe un’importante tutela per la sicurezza stradale. Ad oggi, infatti, è prevista la sospensione della patente solo in caso di recidiva. Una sanzione giudicata sin troppo lieve in relazione anche alla pericolosità del reate.
Tale soluzione, sostiene Puccia, è da considerarsi “poco efficace in termini di deterrenza“. La modifica normativa sarebbe di grande aiuto dal punto di vista della prevenzione aiutando a contrastare quella che è oramai divenuta una pratica diffusissima oltre che sempre più pericolosa. Per Puccia “lo spauracchio del ritiro della patente alla prima violazione può essere efficace”.
Da notare, inoltre, che Puccia propone un ulteriore modifica al Codice della Strada con l’introduzione della possibilità di perseguire l’automobilista che viene trovato positivo a sostanze stupefacenti anche se non in stato di alterazione “in modo da sottoporlo a verifica da parte delle commissioni competenti”. Staremo a vedere se le proposte di Polstrada verranno, in qualche modo, accolte e se, quindi, verranno apportate delle modifiche normative in grado di massimizzare il livello di sicurezza delle strade italiane.
Vinicio Paselli