Il Comune di Roma vuole il car sharing anche in periferia, dove il servizio è praticamente inesistente. Per questo propone ai gestori incentivi specifici come, per esempio, uno sconto sui costi dell’autorizzazione. L’iniziativa è contenuta nelle linee guida dell’Agenzia per la mobilità in materia di sharing mobility.
Fenomeno car sharing
“L’auto condivisa sta riscuotendo un grande successo: ora vogliamo ampliare il servizio portandolo anche nelle aree più periferiche e nelle zone meno coperte della città”, sottolinea Linda Meleo, assessore alla Città in movimento, sul suo profilo social. “I numeri sono molto positivi”, aggiunge, “la flotta delle vetture disponibili in car sharing è più che raddoppiata da settembre 2016 ad oggi, passando da 1.084 alle 2.185 attuali, mentre le persone che utilizzano il servizio sono aumentate da 80mila nel dicembre 2015 a 112mila oggi”.
Periferia: la ricetta del Comune
Per svilupparlo ulteriormente ed estenderlo in tutta la città, il Comune sta definendo un nuovo quadro di regole sull’auto condivisa che prevede, oltre a incentivi economici per convincere gli operatori a spingersi nelle aree più lontane dal centro, anche la possibilità di istituire parcheggi riservati e sicuri (grazie a wifi e videosorveglianza) vicino alle ztl, ai nodi di scambio con mezzi pubblici e metropolitane e in altre zone ad elevata attrazione (tipo ospedali e università).
“L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio”, spiega l’assessore Meleo, “cioè andare incontro alle esigenze di chi fornisce il servizio nell’interesse della collettività e permettere a tutti di trarne vantaggio, sull’intero territorio cittadino”.
Più auto condivise, meno private
“Car, bike e scooter sharing sono gestiti da privati, ma hanno un’enorme valenza pubblica che incontra il favore dei cittadini”, aggiunge Enrico Stefano, presidente della commissione Mobilità del Campidoglio, “è una delle modalità di spostamento alternative all’uso dell’auto di proprietà che negli ultimi 10 anni ha determinato livelli davvero insostenibili di congestione e inquinamento”.
“Integrando i normali trasporti pubblici (bus, taxi, metropolitane e tram) a servizi di sharing attivi in tutte le fasce orarie e, soprattutto, in tutta la città”, conclude Stefano, “potremmo completare in maniera organica l’offerta alternativa al mezzo privato e, così, ridurre traffico e smog”.
Vinicio Paselli