Mitsubishi S.U.P. (Sport Utility Pack), un concept molto azzardato che non è mai stato prodotto:
tre motori di cui due elettrici, portiere ad armadio e interni sgargianti per la SUV-cabriolet che ha anticipato le tendenze del mercato
Portiere “ad armadio”, in tutti i sensi
Carrozzeria bombata, simile a quella di una monovolume, e un tetto in tela retrattile di dimensioni molto generose: la linea di questa Mitsubishi S.U.P. non passa di certo inosservata. L’anteriore anticipa un po’ lo stile di qualche altro modello della Casa giapponese, come ad esempio il pick-up L200 del 2006, ma è molto “futuristico”, a cominciare dai fari che sono sostanzialmente due strisce di LED che si estendono fino ad incontrare la linea di cintura (molto alta). Stessa cosa avviene nel posteriore, dove i fanali sono pressoché indistinguibili tanto sono infossati dentro la profonda nervatura. Forse però la cosa che più incuriosisce di questa S.U.P. sono le portiere: non solo si aprono “ad armadio”, un po’ come quelle delle Rolls-Royce, ma al loro interno hanno effettivamente dei compartimenti dove riporre i più svariati oggetti e hanno dei pannelli in plastica trasparente che lasciano intravedere il contenuto.
Non uno, non due ma ben tre motori
Un po’ come tante auto ora in commercio, la Mitsubishi S.U.P. era alimentata da un sistema di propulsione ibrido. Questo, nello specifico, vedeva l’abbinamento di un motore a benzina da due litri (incaricato di muovere le ruote anteriori) con due unità elettriche, una per ogni ruota posteriore. Di fatto, la trazione era di tipo integrale. Il cambio montato sulla S.U.P. era un manuale. Comunque, nonostante fosse perfettamente marciante e anche molto avanzato dal punto di vista tecnologico, il SUV cabriolet non ha mai ricevuto il semaforo verde per una produzione di serie.
fonte: OmniAuto.it – 07/11/2016
http://www.omniauto.it/magazine/41919/mitsubishi-sup-concept