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Con una crescita dell’oltre 20% su base annua, esplode l’industria automobilistica del Brasile, nonostante l’abbandono delle multinazionali
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Ad aprile 2024, la produzione di veicoli (auto, Lcv, camion e autobus) è cresciuta del 24,2% in Brasile. La percentuale si riferisce alla differenza con l’anno precedente, mentre l’aumento mensile è del 13,5%. Dalle fabbriche sono uscite 222.155 unità, così come riferito dall’Anfavea – Associazione nazionale costruttori veicoli automobilistici. È il dato migliore dal 2019 pre-Covid.
Con l’aumentare della produzione, crescono anche le vendite. Nell’ultimo mese sono stati immatricolati 220.842 veicoli, il 27,1% in più rispetto ad aprile 2023. Sono 735mila le unità vendute dall’inizio del 2024, pari +16,3% rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno. Nel frattempo, diminuiscono sensibilmente le esportazioni (-16,4% sul mese e -19,6% sull’anno). Perché la crescita brasiliana ha molto a che fare con l’estero e con la sua presa di distanza.
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Le multinazionali (tranne una) scapparono dal Brasile
Il Brasile è stato uno dei paesi più colpiti dalla pandemia a livello economico. E le conseguenze della crisi sono proseguite fino al 2023, quando la produzione di veicoli si è fermata alla metà della capacità nazionale e le vendite sono state bloccate dai sempre più elevati tassi di interesse, che hanno reso inaccessibili prestiti e finanziamenti alla maggior parte delle famiglie.
Nel gennaio 2021 Ford abbandonò la produzione nello stato sudamericano; a maggio 2023 Mercedes-Benz sospese per tre mese i contratti di 1.200 lavoratori; nello stesso periodo Volkswagen interruppe la produzione, costretto dalla “stagnazione del mercato” e dall’accumulo di veicoli nei piazzali (fonte: AGI). Rimase Stellantis, forte dell’enorme popolarità che da sempre il marchio Fiat riscuote tra gli automobilisti brasiliani.
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L’auto del popolo del presidente Lula
Per correre ai ripari ed evitare un’ondata di licenziamenti, il presidente Lula da Silva ha varato un programma di sovvenzioni definito “Auto del popolo”. Si tratta di 1,8 miliardi di reais (pari a 334 milioni di euro circa) in crediti d’imposta da assegnare ai produttori. In cambio delle agevolazioni fiscali, alle case è stato chiesto di ridurre il prezzo di vendita: fino a 8.000 reais in meno per le auto; 80.300 reais per i mezzi pesanti e 99.400 reais per gli autobus.
Il programma ha avuto grande successo e i fondi, inizialmente previsti per quattro mesi, si sono esauriti in un solo mese. E, nel mese di luglio 2023, le vendite sono aumentate del 24%. Ma il favore potrebbe essere momentaneo, nonostante i cali di listino, i due modelli più economici del mercato brasiliano, la Renault Kwid Zen e la Fiat Mobi Like costano 58.990 real. Lo stipendio medio mensile di un cittadino brasiliano è di 2.540 real. Serve lavorare sui tassi di interessi e, inoltre, resta aperta la questione ambientale.
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Le case tornano a investire in Brasile per la sostenibilità
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Seppur non abbia così aiutato i cittadini, l’iniziativa del governo Lula ha ridestato l’interesse delle multinazionali dell’automotive. Dopo un incontro del presidente con i numeri uno di Volkswagen, General Motors, BYD e Stellantis, l’industria automobilistica ha annunciato un investimento da 100 miliardi di reais (circa 20,4 miliardi di dollari) in Brasile fino al 2029 per la transizione verso modelli ibridi ed elettrici.
16 miliardi di reais arriveranno da Volkswagen fino al 2028; 7 miliardi da General Motors fino al 2028; BYD investirà 3 miliardi fino al 2029; 2 miliardi fino al 2032 da Great Wall Motors; 1 miliardo di dollari da Stellantis; 900 milioni dalla cinese Chery e 560 milioni dalla giapponese Nissan. Di fronte a tali investimenti, annuncia il vicepremier Geraldo Alckmin, dovrebbe sorgere almeno quattro nuovi stabilimenti, tra cui le prime due fabbriche di auto elettriche in Brasile. Un paese che, insomma, bisognerà tenere d’occhio nei prossimi anni.
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16/5/24
FLEET magazine