Se a Roma si sta pensando di far riparare le buche all’Esercito con un investimento da 240 milioni di Euro, a Napoli le cose non vanno molto meglio.
È stato presentato oggi al Senato il Rapporto Ispra-Snpa “Qualità dell’Ambiente Urbano” del 2018: Napoli è la seconda peggiore d’Italia dopo Roma. Il rapporto analizza il consumo di suolo e le relative buche e voragini che si formano di conseguenza. Se è vero quello che si dice sulla Capitale che è diventata un grande “formaggio groviera”, di certo la città partenopea non è messa molto meglio.
Per consumo di suolo si intende quel processo antropogenico che porta ad una progressiva trasformazione del suolo naturale attraverso la costruzione di infrastrutture, edifici, strade. Il rapporto dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in collaborazione con la Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale) ha evidenziato, attraverso un sistema di cartografie, il numero elevato di voragini a Roma e a Napoli. La situazione in generale è peggiore nel Centro Sud.
Sono stati presi in esame 120 Comuni tra questi si contano 562 voragini a Napoli, 150 a Cagliari, 72 casi a Palermo. Per il consumo di suolo, a livello di Città metropolitane, nel 2017 Napoli e Milano presentano la percentuale più alta, 34,2% e 32,3% rispettivamente, mentre Palermo la percentuale più bassa con 5,9%.
Vinicio Paselli