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Prato, Valter Novelli si troverà senza vialetto di accesso alla scala appena costruita, Laura Nocentini toccherà i tir dalla finestra e il portavoce del comitato Tommaso Chti perderà il parcheggio.
di Barbara Burzi
PRATO. Convivono con il problema dell’autostrada da sempre: le barriere antirumore non sono mai arrivate e misure di mitigazione per l’inquinamento ambientale non sono mai state prese. Ma ora al danno si aggiunge anche la beffa degli espropri per procedere con l’ampliamento della Firenze-Mare che, con la terza corsia, si avvicinerà ancora di più alle case.
I punti più critici sono via Roma, via del Ferro, via Traversa del Crocifissonelle zone di Cafaggio e Iolo. C’è la paura di vedere crollare da un giorno all’altro il valore dell’abitazione sommata alla previsione preoccupante di un ulteriore peggioramento della qualità della vita. All’abitazione di Valter Novelli, in via Roma, si accede da una seconda entrata oltre a quella principale, ma il vialetto che conduce all’ingresso, è tra le aree interessate dall’esproprio.
«La mia casa è divisa in due unità abitative che usufruiscono di due entrate distinte – spiega – ho da poco ultimato di costruire una scala che porta al primo piano per rendere l’unità indipendente da quelle preesistente, a cui, invece, si accede da via Roma. Ma adesso è tutto inutile: senza il viale di accesso l’ingresso che dà sul retro non sarà più raggiungibile dall’esterno. Stessa sorte toccherà al capannone, ovvero rimarrà accessibile solo dal giardino di casa e non più dall’esterno attraverso il passaggio sottostante all’autostrada. Nel frattempo, una parte del corridoio interessato dall’esproprio, che verrà rimpiazzato dalla terza corsia, sarà occupato dal cantiere con ruspe, escavatori, impianti per la lavorazioni inerti. Anche se lasciassero un passaggio, sarebbe comunque inutilizzabile».
A fianco di Novelli abita Laura Nocentini. La sua casa è la prima sulla destra subito dopo il cavalcavia di Cafaggio camminando in direzione Poggio a Caiano: la terrazza dell’abitazione dista appena un paio di metri dall’attuale sede autostradale. Con il raddoppio dell’A11 esattamente in quel punto, la terza corsia arriverà a ridosso del balcone. Eppure, la casa non è toccata dall’esproprio. «Non capisco perché debbano sacrificare la gente in questo modo – commenta la donna – una soluzione andrà trovata, nel mio caso non so proprio come farò: prima il cantiere sotto casa, poi l’autostrada con le auto che passeranno proprio accanto alle mie finestre. Respiriamo già abbastanza polveri, figuriamoci cosa accadrà dopo. E poi c’è il problema della sicurezza. Io lo so cosa vuol dire trovarsi un camion in casa: nel ’97 un mezzo pesante si è ribaltato e cadendo giù dal cavalcavia mi ha sfondato la parete. Anche volendo andare ad abitare da un’altra parte, chi comprerebbe la mia casa in questa situazione? Quando fu costruita, nel ’52, la Firenze-Mare non esisteva ancora, è stata realizzata in seguito. Ma un ulteriore ampliamento non sarebbe sostenibile».
Anche Alessandro Chiti, residente di via Roma, è preoccupato per l’apertura del cantiere nella zona. Insieme agli altri membri del comitato “In mezzo all’autostrada” è determinato a presentare ricorso contro il piano di espropri di Società Autostrade per la realizzazione di un’opera ritenuta altamente impattante sulla salute
e l’ambiente oltre che inutile. «Sono toccato dal danno indirettamente – spiega – nel senso che come residente non sono espropriato, ma ho il garage nel condomino a fianco, dove si trovano gli uffici dell’Asl, che chiederanno l’esproprio di tutta l’area per trasferirsi da un’altra parte».