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La transizione all’auto elettrica, che rientra nella più ampia strategia di decarbonizzazione dell’Europa, punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per far ciò, è essenziale ridurre drasticamente le emissioni di CO2 provenienti dai trasporti, un settore che da solo rappresenta circa il 25% delle emissioni globali.
I veicoli a combustione interna, soprattutto quelli più vecchi e meno efficienti, sono tra i maggiori responsabili di queste emissioni. Per rispettare gli obiettivi di riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, l’Europa deve aumentare il ritmo di sostituzione di tali veicoli. L’auto elettrica rappresenta dunque, un perfetto strumento di transizione e cambiamento.
È il messaggio principale contenuto nell’ultimo rapporto di Climate Action Tracker (CAT) “Decabonising light-duty vehicle road transport“, in cui l’associazione delinea i punti non negoziabili per una transizione all’auto elettrica che supporti uno scenario di riscaldamento globale compatibile con gli obiettivi di Parigi.
Secondo i calcoli degli analisti, per raggiungere una significativa riduzione delle emissioni, occorrerebbe rottamare le auto a benzina e diesel a un ritmo sette volte superiore rispetto a quello attuale. Ciò implica incentivare sia la sostituzione delle vecchie auto con modelli elettrici, sia l’introduzione di nuove normative e politiche che favoriscano la dismissione dei veicoli a combustione interna più rapidamente.
Attualmente, il tasso di rottamazione è molto basso rispetto al numero di nuove immatricolazioni di auto elettriche, il che rallenta l’impatto positivo che questi veicoli potrebbero avere sul bilancio complessivo delle emissioni.
Gli esperti sottolineano che gli incentivi da soli potrebbero non essere sufficienti: è necessario anche implementare politiche stringenti, come il divieto graduale di vendere auto a combustione interna entro il 2035, già approvato dall’UE. Oltre agli incentivi, è fondamentale investire nelle infrastrutture di ricarica per supportare il passaggio alla mobilità elettrica.
Anche l’industria automobilistica ha un ruolo centrale in questa transizione. Molti produttori, come Volkswagen, Stellantis e BMW, stanno aumentando i loro investimenti nella produzione di veicoli elettrici e riducendo gradualmente la produzione di modelli a combustione interna.
Tuttavia, per supportare un’accelerazione così drastica nella rottamazione, sarà necessario che l’industria acceleri i cicli di produzione e offra una gamma di modelli elettrici che possa soddisfare tutte le fasce di prezzo e le esigenze di mobilità.
La presenza di un parco circolante di veicoli a combustione ancora così esteso rappresenta una delle principali sfide della transizione ecologica. Molti automobilisti possiedono auto a diesel o benzina con ancora molti anni di vita utile e potrebbero non avere la possibilità economica di passare a un veicolo elettrico senza adeguati incentivi.
Per questo, le politiche di rottamazione dovranno puntare anche a modelli più accessibili e includere forme di finanziamento agevolato, garantendo che il passaggio all’elettrico sia accessibile a tutte le fasce di reddito.
Accelerare la rottamazione dei veicoli a combustione interna è un passo essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni. Tuttavia, questo processo richiederà la collaborazione tra governi, industrie e cittadini, uniti nella costruzione di un sistema di trasporti più pulito e rispettoso dell’ambiente.
Raggiungere un ritmo di rottamazione sette volte superiore rispetto a quello attuale resta una sfida ambiziosa, ma con politiche efficaci, incentivi mirati e una rete di infrastrutture adeguata, è possibile rendere l’auto elettrica la scelta naturale per gli automobilisti europei.
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7/11/24
INFORICAMBI.IT