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Sulla scadenza “elettrica” del 2035, anno a partire dal quale nel Vecchio Continente non sarà più permessa la vendita di auto e veicoli commerciali che non siano a emissioni zero di CO2, l’Europarlamento ha già deciso, mentre i governi nazionali, come quello italiano, si riservano eventuali interventi.
Le case automobilistiche sono spettatrici tutt’altro che disinteressate del siparietto politico che da una parte assicura di voler lavorare per garantire ai futuri abitanti della terra un ambiente ancora abitabile e dall’altra teme per i risvolti occupazionali ed economici. Il raffreddamento del mercato delle elettriche, conseguenza anche del congelamento degli incentivi pubblici, ha già indotto alcuni costruttori a rivedere gli ambiziosi piani.
Mercedes ha provvisoriamente abbandonato la strategia “Electric only”
A cominciare da Volvo, che si è già congedata dal diesel: l’ultima macchina con un motore a gasolio è stata fabbricata alla fine dello scorso marzo. Jim Rowan, il Ceo arrivato nel 2022 da Dyson, ha già rivisto il 2030 quale anno per la conversione totale: con la fine del decennio la quota elettrica stimata dalla casa svedese non sarà più totale, ma “solo” del 90 -100%, tra modelli a zero emissioni e plug-in.
Mercedes-Benz è passata dall’aspirazione “Electric only” al più pragmatico annuncio “ovunque le condizioni di mercato lo consentano”. La casa con la Stella ambiva al 100% di volumi elettrificato (ibride incluse) a fine decennio e adesso si accontenta di raggiungere il 50%. Nel corso del 2024 la quota di elettriche pure dovrebbe attestarsi al 20%, anche perché i vertici di Stoccarda non escludono di continuare a offrire modelli con motori a combustione endotermica oltre il 2030, in base alla domanda.
Risorse e produzione tagliate all’elettrico negli USA. La strategia “duale” di Renault
Le americane Ford e General Motors sono già corse ai ripari. L’Ovale Blu ha investito 2 miliardi sui siti del Vecchio Continente, ma l’obiettivo del 100% di vendite elettriche in Europa nel 2030 è stato rimodulato. Negli Stati Uniti è stata limata la quota di spesa destinata all’elettrificazione (dal 40% al 30%) e, tra le altre cose, è stato posticipato di un anno e mezzo il debutto del pick-up F-150 Lightning.
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Anche Ford punterà maggiormente sulla tecnologia ibrida. General Motors (che si è peraltro ritirata dal mercato europeo) ha provveduto a tagliare la produzione annuale: non più 300.000 veicoli, ma tra i 200.000 e i 250.000 nel 2024. Anche i generalisti di Renault sono intervenuti, tra l’altro dopo aver annullato la procedura di quotazione della controllata Ampere che si occupa proprio di elettrificazione. L’obiettivo europeo era inizialmente quello di commercializzare esclusivamente auto a zero emissioni con il 2030, ma era già stato rivisto una prima volta (90%).
In una intervista rilasciata quest’anno Fabrice Cambolive, numero uno del marchio della Losanga, ha parlato di una strategia “duale” (alimentazioni a combustione e elettriche) per 10 anni, quindi praticamente fino alla scadenza comunitaria. Gli altri due marchi, Alpine e Dacia, lavorano diversamente: quello francese sforna solo nuove auto a zero emissioni, mentre quello rumeno proseguirà con le opzioni convenzionali fino a quando sarà possibile.
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30/9/24
L’A – L’AUTOMOBILE