La Porsche 911 non è solo la vettura più iconica del brand tedesco, ma anche una delle più famose nell’intera storia dell’automobile
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Tante vetture si sono ritagliate uno spazio importante nella storia dell’automobilismo, diventando vere e proprie icone, ma soltanto una ha saputo resistere all’avanzare del tempo e rimanere fedele all’idea iniziale, la Porsche 911. Questo modello sportivo, divenuto oramai leggendario e tuttora in produzione, ha da poco festeggiato 60 anni (portati benissimo): tutto inizia nel 1963 al Salone di Francoforte con un altro nome, 901, successivamente modificato in 911. La nuova creatura di Porsche irrompe sul mercato l’anno successivo e conquista tantissimi automobilisti sparsi in tutto il mondo grazie alle proprie caratteristiche: carrozzeria coupé 2+2, motore posteriore a sbalzo 6 cilindri boxer raffreddato ad aria da 130 CV, peso che supera di poco i 1.000 kg, trazione posteriore, sospensioni a quattro ruote indipendenti con barra di torsione, quattro freni a disco e cambio a quattro marce con la quinta opzionale.
Le sensazioni di guida, unite alla buona abitabilità e al design (rimasto praticamente invariato e divenuto il marchio di fabbrica della casa tedesca) che ha saputo attraversare a testa alta più di mezzo secolo, sono tra le chiavi del clamoroso successo della vettura tedesca, che non ne vuol sapere di andare in pensione. Pur restando fedele al progetto originale, è inevitabile che nel corso di tutti questi anni abbia ricevuto varie modifiche, ma le serie fondamentali restano due: le Porsche 911 con motore raffreddato ad aria (prodotte dal 1963 al 1997) e le 911 dei giorni nostri, realizzate a partire dal 1998.
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La leggenda 911 inizia con un nome diverso
Porsche deve sostituire la 356, diventata ormai obsoleta, e al Salone dell’Automobile di Francoforte del 1963, presenta il primo esemplare prodotto, di colore giallo, della nuova vettura, chiamata 901: il pubblico e la stampa specializzata gradiscono, la Peugeot decisamente meno. La casa francese diffida i rivali dall’usare quella sigla, perché ha registrato i tutti i numeri a tre cifre con lo zero in mezzo da utilizzare per i propri modelli. Il marchio tedesco è costretto a cambiare nome in 911 a partire dal 10 novembre 1964: griffati 901 restano solo i primi 82 esemplari già venduti, quasi tutti allestiti artigianalmente, visto che la produzione di serie partì il 14 settembre del 1964. Una volta risolta la querelle del nome, la nuova Porsche è libera di sfrecciare, a tutto gas ovviamente, verso la gloria e la leggenda, grazie alla guida al limite e alle sensazioni uniche che trasmette agli automobilisti: il motore posteriore alleggeriva troppo l’anteriore e, secondo indiscrezioni dell’epoca, i fortunati possessori delle 911 mettevano nel bagagliaio alcuni sacchi di sabbia per darle maggiore stabilità.
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Le versioni Targa e Turbo consolidano il mito
Tra la 911 e gli automobilisti è amore a prima vista: le vendite premiano la casa tedesca che, nel 1966, sforna la 911 S da 160 CV; mentre l’anno seguente è la volta della 911 R, realizzata in sole 20 unità e caratterizzata dal motore twin spark da 210 cavalli e da un peso minore grazie alle portiere in alluminio e al carter in magnesio. A contribuire al mito della 911 è anche la versione Targa, a metà strada fra coupé e spider, introdotta nel 1965: fra i tratti distintivi troviamo il roll bar fisso che permette di rimuovere agevolmente il tettuccio e viaggiare con il vento tra i capelli. Il nome Targa fu scelto per rendere omaggio alla vittoria di Umberto Maglioli con la Porsche 550 Spyder alla Targa Florio, la prima affermazione del marchio di Stoccarda in una gara internazionale valida per il Campionato Mondiale Vetture Sport.
Nel 1975 viene svelata la mitica 911 Turbo, la prima Porsche con motore sovralimentato (3 litri con turbocompressore dotato di basamento in alluminio, cilindri in Nikasil e iniezione meccanica). Le linee sono più aggressive, con passaruota più ampi per poter montare pneumatici di misure maggiori; mentre allo spoiler posteriore e allo splitter anteriore più grande spetta il compito di assicurare maggiore stabilità alla vettura. Questa versione raggiunge i 100 km/h in 6,5 secondi e tocca la velocità massima di 251 km/h. L’aggiornamento del 1978 introduce il motore di 3.3 litri di cilindrata e 300 cavalli con iniezione elettronica.
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Dalla SuperCarrera all’ultima 911 raffreddata ad aria
Nel 1977 è la volta della 911 SC (SuperCarrera), la nuova entry level nella gamma del marchio (ma dalle prestazioni di tutto rispetto come i 233 km/h di velocità massima e lo 0-100 km/h in 6,3 secondi) che prende il posto di tutte le auto senza motore turbo: la standard, la S e la Carrera. I vertici di Porsche hanno in mente di produrre la 928, che avrebbe dovuto sostituire la 911, ma le vendite dell’auto, ormai diventata un mito, non accennano a diminuire e i manager sono costretti a fare un passo indietro: nel 1984 esordisce la 911 Carrera 3.2 con motore da 3.164 centimetri cubi da 231 CV e alimentazione a iniezione elettronica. Nel 1993 arriva l’ultima 911 con motore raffreddato ad aria, la serie 993, con motore boxer 6 cilindri più potente e velocità massima di 296 km/h. . . . . .
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nov/23, automobili.it