I programmi di educazione stradale, tarati sia sulle giovani generazioni che su quelle più mature, ambiscono alla costruzione di modelli comportamentali virtuosi da tenere sulle strade e, conseguentemente, alla riduzione degli incidenti.
Il contenimento dei sinistri stradali, peraltro, rientra tra gli obiettivi della Commissione europea, dovendo i Paesi membri dimezzare morti e feriti gravi entro il 2030, nonché azzerarli per il 2050. Dall’ultimo rapporto ISTAT è emersa, in Italia, nel 2023 una riduzione del 3,8% dei decessi rispetto al 2022.
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Il dato è incoraggiante se collegato all’analoga riduzione, del 4,2%, rilevata raffrontando 2023 e 2019. Quest’ultimo, infatti, è l’anno su cui calcolare eventuali progressi registrati in vista dei citati obiettivi europei. Il loro raggiungimento, tuttavia, rischia di essere compromesso dall’assenza di un’azione finalizzata a sedimentare, nella collettività, le basi dell’educazione stradale.
BuoneNotizie.it ha raccolto per voi, sulla questione, il punto di vista di due esperti.
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Educazione stradale e incidenti: la situazione in Italia
Pur se ISTAT ha registrato nel 2023 meno decessi rispetto all’anno precedente, sono aumentati lievemente incidenti (+0,4%) e feriti (+0,5%). I dati del 2023, tuttavia, confrontandoli con quelli del 2019 risultano confortanti, denotando un calo di vittime, incidenti e feriti, rispettivamente del 4,2%, 3,3% e 6,9%.
Tra i deceduti nel 2023, risultati 3.039 contro i 3.159 nel 2022 e i 3.173 nel 2019, sono aumentati i conducenti di monopattini e biciclette. I pedoni rimangono stabili, mentre gli altri utenti sono diminuiti. Emerge un deficit di educazione stradale, occorrente a prevenire incidenti, poiché le condotte errate più frequenti risultano distrazione, mancata precedenza e velocità eccessiva. Le stesse costituiscono il 36,4% dei casi, con il 92,9% dei sinistri causati da comportamenti scorretti di conducenti e pedoni.
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Giordano Biserni: “La sicurezza stradale è una questione culturale”
Tutti noi dobbiamo avere maggiore consapevolezza dei rischi della strada, poiché per garantire alle generazioni future una mobilità sicura occorre impegnarsi collettivamente nell’educazione stradale.
Per garantire alle generazioni future una mobilità sicura tutti devono impegnarsi nell’educazione stradale (foto di Richard Sagredo da Unsplash)
Anche istituzioni, proprietari e concessionari di strade devono contribuire, non solo effettuando controlli, ma anche modernizzando tecnologie e infrastrutture.
Giordano Biserni, Presidente dell’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale (ASAPS), ha precisato che “La sicurezza stradale è una questione culturale, ma le istituzioni non curano la formazione come dovrebbero. Infatti, nel 2022 solo lo 0,027% dei proventi delle multe è stato destinato all’educazione stradale”.
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Nuove norme anche per l’educazione stradale
Lo scorso marzo la Camera ha approvato norme più stringenti al codice della strada, ora all’esame del Senato. Le stesse prevedono l’introduzione di alcune misure, come la sospensione breve della patente, nonché di vari obblighi per i conducenti di monopattini.
Inoltre, l’incidentalità sarà contrastata anche con la formazione: gli studenti, infatti, otterranno 2 punti omaggio sulla patente, purché frequentino corsi di educazione stradale. Ciò si aggiungerà alle altre iniziative del Ministero dell’istruzione e del merito, tra cui Edustrada, piattaforma interattiva che permette alle scuole l’adesione all’offerta formativa delle principali istituzioni coinvolte nella sicurezza della mobilità.
Tuttavia, poiché sono stati presentati 449 emendamenti alle norme approvate dalla Camera, risulta ardua ogni previsione sulla formulazione della nuova disciplina.
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Edward von Freymann e il ruolo dei familiari delle vittime
“Oltre all’educazione stradale occorrono pene immediate”, ha riferito Edward von Freymann. Lui è stato due volte vittima della strada. Infatti, ha perso l’uso delle gambe dopo un incidente in moto, ma ha dovuto persino subire la scomparsa della figlia Gaia, travolta sulle strisce pedonali da un automobilista ubriaco.
A Gaia ha intitolato una Fondazione per non vanificarne la morte. “Vorrei far comprendere ai ragazzi la preziosità della vita“, ha aggiunto, concludendo così: “Provo enorme soddisfazione quando, dopo l’incontro, i ragazzi mi abbracciano”.
L’impegno profuso da Edward von Freymann e da altri familiari delle vittime costituisce l’esempio di come, trasformando dolore e rabbia in amore verso le generazioni future, sia possibile con l’educazione stradale rendere i giovani, e non solo, maggiormente consapevoli dei rischi della strada.
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23/8/24
BuoneNotizie.it