Ma è vero che gli italiani non amano le auto elettriche come viene ripetuto continuamente dai media nazionali?
Non si direbbe da come è andata la prima giornata di apertura dei bonus per i mezzi meno inquinanti. In poco più di 8 ore e mezza, sono stati esauriti i fondi destinati alle auto elettriche (M1 CO2 0-20) che, nell’intenzione del Governo, dovevano durare almeno per tutto il 2024.
Cosa è successo e perché chi opera nel settore sapeva che sarebbe stato un clickday?
Semplicemente, il Governo ha annunciato i nuovi incentivi già a fine Dicembre 2023, rallentando di fatto un mercato già in difficoltà dall’anno precedente. Chi aveva necessità dell’auto ha acquistato comunque nei primi 5 mesi, erodendo in anticipo la dotazione prevista per quest’anno, che infatti doveva essere di 240 milioni (cifra comunque considerevolmente bassa paragonata a quella per le macchine ibride e termiche). I residui 210 milioni realmente disponibili alle 10.00 del mattino del 03/06/2024 erano abbondantemente già prenotati dai preordini che gli italiani, in massa, avevano fatto nei 5 mesi di quest’anno.
All’apertura, i concessionari non hanno fatto altro che inserire i preordini confermati ed esaurire i fondi che alla fine varranno comunque per circa 25.000 macchine, un numero comunque risibile rispetto ai numeri che fanno gli altri paesi europei, lasciando fuori tutti quelli che avevano fatto l’ordine ieri o nei giorni precedenti.
E adesso che succede?
Mercato fermo fino al prossimo anno oppure il Governo metterà mano ai soldi residui negli altri capitoli che sono andati totalmente inutilizzati e li sposterà sull’elettrico? Perché l’altra faccia della medaglia è proprio questa: mentre i fondi delle elettriche viaggiavano nell’ordine di un milione al minuto, i fondi delle ibride (ed in parte delle benzina) di fatto non si muovevano, esplicitando per chi non lo avesse ancora capito dove sta andando il mercato e dove bisogna investire, soprattutto nel nostro paese rimasto anni indietro rispetto al resto del mondo.
Da valutare anche la posizione del Governo Italiano rispetto ai dettami della Comunità Europea che ha deciso di incentivare anche macchine con emissioni superiori a 21 g/km (ibride e benzina) che in nessuna altra parte d’Europa sono state incentivate. A maggior ragione, sarebbe giustificato lo spostamento da categorie che, oltre a non interessare più gli utenti, non dovrebbero avere nessun tipo di incentivo.
Infine, secondo l’UNRAI, sembra che al conto manchino ulteriori circa 180 milioni residui degli anni 2022/2023 che speriamo vengano sbloccati da apposito DPCM per far ripartire il mercato nei prossimi sei mesi.
Mentre scrivo questo articolo e siamo al 04/06/2024, sono finiti anche gli incentivi per i mezzi da lavoro elettrici (N1/N2 Elettrici) riservati alle aziende, a ulteriore riprova di quanto detto precedentemente.
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5/6/24
Ecquologia