L’ETSC fa il bilancio degli ultimi 5 anni di politica europea per la sicurezza stradale a favore della riduzione delle vittime da incidenti
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In vista delle prossime elezioni europee, è il momento di fare un bilancio sui progressi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi cinque anni in materia di sicurezza stradale. L’European Transport Safety Council (ETSC), attraverso il suo direttore esecutivo Antonio Avenoso, ha espresso soddisfazione per alcuni traguardi raggiunti, ma anche preoccupazione per le sfide ancora aperte, di cui dovrà occuparsi il prossimo esecutivo.
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L’ACCORDO SUGLI ADAS OBBLIGATORI DAL 2022
L’ETSC sottolinea che nella primavera del 2019, l’UE ha celebrato un accordo politico che ha segnato un passo avanti fondamentale nella sicurezza dei veicoli. Questo accordo, che ha visto l’introduzione di tecnologie avanzate come i sistemi di frenata automatizzata, gli avvisi di deviazione dalla corsia e l’adattamento intelligente della velocità sulle nuove auto e i furgoni, è stato visto come un cambio di paradigma che avrebbe salvato molte vite negli anni a venire. Tali misure, entrate in vigore da luglio 2022, rappresentano uno dei maggiori successi dell’UE nel campo della sicurezza stradale. Queste misure negli USA saranno introdotte solo a partire dal 2029.
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LE SFIDE DELLA PANDEMIA E LE CRISI GLOBALI
Tuttavia, gli ultimi cinque anni non sono stati privi di difficoltà. La pandemia da Covid-19 e altre crisi globali hanno distolto l’attenzione dalla sicurezza stradale. Qui l’ETSC cambia tono: la Corte dei conti europea ha affermato che “i progressi si stanno muovendo a malapena“. Traducendolo in numeri, il Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti afferma che negli ultimi 5 anni sono morte 100.000 persone sulle strade UE, ma “altre 100.000 moriranno nei prossimi cinque se non cambia nulla”, afferma l’ETSC.
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MISURE DI SICUREZZA IMPLEMENTATE
Nonostante le difficoltà, ETSC riconosce all’UE anche di aver introdotto una serie di misure significative, che hanno contribuito n qualche modo a rendere le strade più sicure. Ad esempio:
- Norme sui tempi di guida e di riposo applicate anche ai conducenti di furgoni sulle rotte transfrontaliere.
- L’amplificazione della cooperazione tra Stati membri per l’applicazione di sanzioni in caso di infrazioni stradali commesse conducenti stranieri.
- Tutela dei conducenti che aderiscono alle piattaforme online di trasporto e consegna a domicilio.
- Piani di mobilità urbana sostenibile stimolando le città ad includere azioni di sicurezza nei loro piani.
- Diverse iniziative per la sicurezza stradale sostenute dal Parlamento che dovranno poi essere adottate dagli Stati membri.
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IN 5 ANNI SOLO -10% DI VITTIME DA INCIDENTI STRADALI
Al netto di quanto appena riassunto, l’obiettivo fissato nel 2017 di dimezzare le vittime della strada entro il 2030 appare lontano. L’ETSC sottolinea che tra il 2019 e il 2023, i decessi sono diminuiti solo del 10%, ben al di sotto del ritmo necessario per raggiungere l’obiettivo. Inoltre, alcune tecnologie di sicurezza non hanno portato i benefici sperati a causa di requisiti minimi troppo deboli e della lenta adozione di nuovi veicoli da parte dei consumatori, influenzati dalla crisi e dal costo della vita in aumento.
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LE MODIFICHE ALLA PATENTE AUTO DA 16 ANNI CHE NON CONVINCONO
Tra le proposte più controverse c’è anche la revisione delle norme sulle patenti di guida. L’ETSC sostiene che, se da un lato vengono proposti limiti di tolleranza zero per i neopatentati e programmi di riabilitazione per le persone che dipendono dall’alcol, dall’altro si prospetta la possibilità per i diciassettenni di guidare camion e per i sedicenni di guidare auto fino a 2,5 tonnellate di peso, purché dotate di limitatore di velocità a 45 km/h. L’ETSC ha espresso preoccupazione per l’aumento del rischio di incidenti con queste modifiche legislative.
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ETSC: POLITICA PIU’ EFFICACE PER LA SICUREZZA STRADALE
“Cosa avremo da dire sulla sicurezza stradale in Europa tra cinque anni? Una cosa è certa: queste elezioni europee contano. Una tendenza preoccupante degli ultimi cinque anni è stata l’aumento delle ‘guerre culturali’ attorno ai trasporti e alla mobilità. Ci sono stati scontri sui limiti di velocità, sugli autovelox e sulle zone a traffico limitato. La politicizzazione della sicurezza stradale non è un fenomeno nuovo, ma sembra che il tono della discussione sia peggiorato recentemente. Ciò ha poco senso perché non esiste famiglia in Europa che non sia stata colpita in qualche modo dal trauma della strada”.
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24/5/24
SICURAUTO.IT