Secondo la Toyota con la materia prima che serve per costruire 1 auto elettrica se ne possono fabbricare 6 ibride plug-in e 90 ibride
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APPROCCIO CAUTO – Che la Toyota guardi per ora con cautela alle auto elettriche è cosa nota, come testimoniano le affermazioni del suo presidente Akio Toyoda (qui la notizia). I motivi di questo approccio sono sintetizzabili in quattro punti: approvvigionamento delle materie prime sempre più difficoltoso e costoso, ricarica difficoltosa e spesso inaffidabile, prezzi troppo alti per la maggior parte dei consumatori ed emissioni superiori.
MATERIE PRIME PREZIOSE – Lo scorso anno però trapelato un documento interno destinato ai concessionari americani basato sulla doppia proporzione 1:6:90. Secondo la Toyota, infatti, i materiali che vengono utilizzati per produrre 1 auto elettrica possono essere utilizzati per realizzare 6 ibride plug-in o ben 90 ibride, categoria inventata proprio da Toyota con la Prius già nel lontano 1997. Lo stesso documento illustrava come saranno necessarie 300 nuove miniere per supportare la domanda di auto elettriche entro il 2035 e che una miniera ha bisogno di circa 15 anni prima di poter produrre litio o cobalto.
RICARICA DIFFICILE – Il documento della Toyota punta il dito anche sui caricabatterie pubblici, considerati poco affidabili o con prestazioni minori di quelle nominali. E nomina anche una mancata standardizzazione dei connettori.
PREZZI TROPPO ALTI – Altro punto a sfavore è il prezzo delle EV, mediamente molto maggiore di quello di automobili convenzionali o ibridi di simili caratteristiche. Il che ne limita la diffusione per la maggior parte delle persone.
LE EMISSIONI – Nel documento si sostiene anche che la riduzione delle emissioni di carbonio ottenuta da 90 ibride nel corso della loro vita supera quella di un singolo veicolo elettrico di ben 37 volte.
IL RAGIONAMENTO – Tutto ciò non deve far pensare che la Toyota non realizzerà auto elettriche, anzi. Infatti nel 2023 ha stimato che entro il 2030 avrà in gamma 30 nuovi modelli (qui e qui per saperne di più) che le consentiranno di vendere 3,5 milioni di pezzi, che la Lexus diventerà un marchio produttore di sole EV entro il 2025 e investirà per questo l’enorme cifra di 5 trillioni di yen.
Ma per ora il ragionamento dice, “con i materiali per lare la batteria di un singolo EV si riescono a fare le batterie di 90 veicoli full hybrid che, da subito, abbassano molto le emissioni rispetto ai veicoli convenzionali”. In effetti con un battery pack da 90 kWh si fanno 6 batterie per le plug-in o 90 piccoli moduli delle ibride non ricaricabili. Per Toyota, avere 90 persone che fanno un piccolo passo verso un ibrido è meglio che avere una persona che fa un balzo gigante verso un veicolo elettrico.
CHI HA RAGIONE? – Il ragionamento della casa giapponese appare sensato, ma qualcuno potrebbe controbattere che non tiene conto dei progressi della tecnica: le celle al litio ferro-fosfato fanno a meno del nickel e del cobalto e si affacciano all’orizzonte le batterie al sodio, economici e basati su un materiale molto diffuso in natura (qui per saperne di più). Si può dire che, in generale, i prezzi delle batterie hanno un orizzonte di discesa per i materiali vergini e si potrà contare sempre di più sul riutilizzo dei loro materiali. Rimane da capire se la rete di ricarica raggiungerà la capillarità e soprattutto l’affidabilità degli erogatori di carburante e quanto durerà ancora il petrolio e a quali prezzi sarà disponibile… Il dibattito è aperto.
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7/5/24
alVolante.it
https://www.alvolante.it/news/toyota-regola-1-6-90-394649