All’inizio del 2024 abbiamo sentito molto parlare di Fleximan: un “eroe moderno” che taglia gli autovelox con un flex per salvarci dalle multe. Ma è vero che gli autovelox sono lì per fare cassa?
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Gli autovelox sono nati con l’intento di diminuire la velocità in strada per evitare gli incidenti e le morti stradali. La velocità è infatti una delle principali cause di incidenti, insieme alla densità di veicoli in circolazione, l’età dei veicoli, la quantità di incroci stradali, senza dimenticare il nostro comportamento alla guida.
Come fa l’Autovelox a misurare la velocità dei veicoli e quanti tipi ne esistono
Ultimamente se ne torna a parlare per via di “Fleximan”, il primo fenomeno del 2024. Si tratta di un gruppo di persone che usa il flessibile, un utensile da taglio, per abbattere gli autovelox in varie parti d’Italia. A gennaio e febbraio i giornali, telegiornali e social ne hanno parlato in abbondanza: sono tante le persone che su i social lo trattano come un eroe moderno e condividono la sua causa, cioè che gli autovelox servirebbero solo per spillare soldi agli automobilisti.
La domanda quindi è: gli autovelox sono lì per fare cassa attraverso le multe o hanno un ruolo nella diminuzione degli incidenti e delle vittime?
In questo articolo facciamo una breve analisi di quanto il numero di autovelox aiuti a diminuire le morti in strada in Italia dal 2007 a oggi, per poi considerare anche altre variabili importanti per la sicurezza stradale: quante auto ci sono in giro, com’è strutturata la rete stradale, l’età delle macchine.
Parleremo anche di alcuni casi specifici di Comuni Italiani criticati per aver usato gli autovelox per fare soldi, per cercare di fare chiarezza sul fatto che la legge italiana, in verità, ci tutela su questo fronte.
Il primato dell’Italia per numero di autovelox
In 15 anni – dal 2007 a oggi – siamo passati da poco meno di 2.000 autovelox a circa 11.000 apparecchi installati lungo le strade italiane, sia urbane che extraurbane. In termini assoluti l’Italia è il paese con più autovelox in Europa.
In realtà il dato più corretto da considerare è il numero di autovelox per superficie, quindi ogni 1000 km2, così da poter comparare tra loro stati di dimensioni differenti. Così facendo, l’Italia risulta comunque ben piazzata: è terza in Europa, alle spalle di Belgio e Malta.
La decrescita del numero di morti in strada in Italia
Consideriamo ora anche il numero di morti in strada per anno. Siamo passati da poco più di 5000 morti all’anno nel 2007 a poco più di 3000 nel 2022, ultimo anno di cui abbiamo dati ufficiali dell’Eurostat. È quindi certo che nel tempo, all’aumentare degli autovelox, il numero di morti in strada è diminuito notevolmente.
Ma quest’analisi è sicuramente incompleta: non è solo la velocità dei mezzi di trasporto a influenzare il numero di incidenti e quindi morti in strada.
Il confronto con altri paesi Europei
Considerando altri stati Europei, le statistiche sono altrettanto positive. Tendenzialmente se consideriamo paesi Europei, al diminuire del numero di autovelox, il numero di morti in strada aumenta. Come già fatto, abbiamo normalizzato i dati considerando il numero di autovelox ogni 1000 km2 e il numero di morti ogni milione di abitanti, così da poter comparare i diversi paesi.
Sicuramente questa diminuzione delle vittime non è legata solo agli autovelox ma a tanti altri parametri.
Ma c’è da dire che concentrandoci sull’Italia, in termini proporzionali, ha più vittime di altri Paesi che hanno meno autovelox.
Questo dato può far venire dei dubbi sull’efficacia del numero di autovelox. Come può essere che a parità di numero, il numero di morti in strada sia diverso in diversi stati?
Non solo la velocità: le altre variabili che rendono le strade pericolose
Fino a qui abbiamo considerato solo una delle cause di incidenti e di vittime: la velocità. Ma ci sono tanti altri fattori.
La densità dei veicoli in strada
Un primo grande motivo è che in Italia abbiamo una quantità di veicoli incredibilmente alta, siamo tra i primi in Europa: 755 veicoli ogni 1000 abitanti. Quasi uno a testa, ma considerando anche i minori e i non patentati!
Considerando solo i patentati, la media è ancora più alta: abbiamo proprio un veicolo a testa.
Non è difficile pensare che più macchine ho intorno e più sarà probabile farci un incidente.
La densità della rete stradale
Non solo la densità delle macchine, ma anche quella delle strade aumenta il rischio di incidenti. Gli incroci infatti – rispetto alle strade dritte – sono molto più pericolosi, e l’Italia è molto densa. Anche Malta ha questo problema. Se pensiamo invece all’Islanda – che è molto più grande di Malta ma ha una rete stradale molto meno densa – le morti in strada sono minori, nonostante il numero basso di autovelox.
Le macchine più vecchie sono meno sicure
Infine, anche lo stato dei veicoli è molto importante: più sono vecchi, meno risultano sicuri.
In Italia l’età media delle auto è 12.2 anni, leggermente più alta della media Europea – che è di 12 anni. Quello che però è importante notare è che si tratta di un dato in continua crescita: guidiamo sempre più automobili e sempre più vecchie.
Sono tante le variabili che possono essere considerate
In questo articolo, ci siamo concentrati su alcune delle variabili più influenti per la sicurezza stradale. Ma sono molte le variabili che possono causare incidenti: lo stato delle strade, i limiti di velocità e la segnaletica stradale, che possono cambiare di Stato in Stato influendo molto sullo “stile di guida” e quindi sul numero di incidenti in uno specifico paese.
Il nostro comportamento alla guida è fondamentale
Nei paragrafi precedenti ci siamo concentrati su alcune variabili e caratteristiche territoriali. Quello che però non dobbiamo mai scordare sono le variabili comportamentali.
Guidare veloce è una di queste e l’autovelox è lo strumento che ci aiuta a controllarla. Ma ce ne sono altre più difficili da controllare, come la distrazione al volante oppure – e soprattutto – la guida in stato di ebbrezza.
Una delle cause principali degli incidenti e quindi delle morti in strada, è infatti guidare sotto effetto di alcolici o droghe.
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Quando l’autovelox viene utilizzato illegalmente
In generale, la funzione dell’autovelox è quella di ridurre la velocità e quindi il numero di morti.
E’ anche vero che ci esistono casi eclatanti, come quello del comune di Cavallino: un piccolo paese di 13 mila abitanti in provincia di Lecce, che con l’installazione di un autovelox nel 2022 ha incassato 2,5 milioni di euro in un anno. Un aumento del 1200% rispetto all’anno precedente.
In questo caso specifico il comune aveva posizionato l’autovelox non a norma, perché era a meno di un chilometro dal segnale stradale che abbassava il limite di velocità. Ed è illegale, lo dice la legge. Per legge, noi dobbiamo avere il tempo di rallentare quando vediamo un cartello stradale che ci dice di andare piano.
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Sempre per legge, gli autovelox sono sempre e devono essere sempre segnalati. Prima di un autovelox infatti deve esserci un cartello stradale che ci avverte della sua presenza. Se fossero messi li solo per “fregarci”, non sarebbero segnalati. Il motivo della segnalazione preventiva – soprattutto in autostrada – è che la comparsa improvvisa di un autovelox può portare a far inchiodare i conducenti, aumentando così il rischio incidenti. Invece, segnalandolo anticipo, si ha il tempo di rallentare in sicurezza.
Quindi, sì, possono esserci dei casi come quello di Cavallino in cui l’autovelox viene utilizzato impropriamente per fare cassa. Ma la legge è chiara e non mira a fare multe ma a ridurre il rischio incidenti.
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26/2/24
Geopop