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Acronimo di “Vehicle to Vechicle”, questa soluzione permette a un EV di ricaricare altre auto elettriche che si trovano “in panne” per strada a causa della batteria scarica
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Avete presente la soluzione di reverse charging sulla quale Apple sta lavorando da anni e che permetterebbe al nostro iPhone di ricaricare un altro dispositivo rimasto a secco con la batteria? Bene, prendete questo concetto e applicatelo all’universo delle auto elettriche e avrete il sunto della Ricarica V2V.
Questa soluzione, acronimo di Vehicle To Vehicle, permette infatti di utilizzare la batteria di un EV come fonte di energia per un altro veicolo “alla spina”, dando la possibilità al driver rimasto a secco di energia di aggiungere la destinazione o almeno la colonnina di ricarica più vicina.
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Un vantaggio che a fronte della maggiore presenza di auto elettriche nelle strade di tutto il mondo potrebbe far diventare questo dispositivo di emergenza una necessità sempre più rilevante e utilizzata dai driver.
Chi sta sviluppando la ricarica V2V per le auto elettriche?
Tra i brand più importanti che, nell’ultimo periodo, hanno dichiarato il proprio interesse nello sviluppo della soluzione di ricarica Vehicle To Vehicle c’è sicuramente Lucid Motors. La casa americana che da qualche anno produce berline full-electric di grandi dimensioni come la Lucid Air, definita da molti come l’anti-Tesla, ha introdotto proprio su questa vettura la nuova funzione RangeXchange.
Questo sistema consentirà ai proprietari di una Lucid Air di ricaricare un’altra auto rimasta a secco di energia collegandole attraverso il cavo di alimentazione e l’adattatore RangeXchange sviluppato dall’azienda statunitense. Secondo il brand, la V2V Charge avrà una potenza di 9,6 kW. Potrà fornire al veicolo scarico un’autonomia di 40-60 km in appena un’ora.
Piccola nota di colore. Nella (sfacciata) pubblicità promozionale del RangeXchange si vede una chiaramente una Lucid Air che ricarica una Tesla Model S. Un probabile sberleffo della casa americana al brand di Elon Musk.
Gesti di sfida a parte, oltre a Lucid, che ha già messo in commercio questa soluzione, altre case automobilistiche che si sono dette interessate allo sviluppo di questa soluzione sono Hyundai, Kia e Volkswagen.
E in Italia?
A livello italiano, sono Eurac Research e Alptironic le due realtà che per prime hanno deciso di dedicarsi alla progettazione di un dispositivo di ricarica V2V. Il centro di ricerca e l’azienda trentina, grazie anche al supporto di Alperia e Neogy, hanno infatti presentato il prototipo di una stazione di ricarica V2V.
Questo dispositivo è stato in grado di rifornire due veicoli, una Hyundai Ioniq 5 e una Tesla Model 3, utilizzando l’energia di un furgone Nissan E-NV200.
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Il prototipo è stato realizzato e testato in ambiente di laboratorio in condizioni controllate, dove ha dimostrato di essere in grado di gestire potenze di scarica fino a 10 kW.
Negli ultimi mesi Alpitronic ed Eurac Research hanno deciso di compiere ulteriori prove con le quali cercheranno di capire se la soluzione V2V sviluppata sia in grado di raggiungere una potenza fino a 25 kW.
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12/12/23
FLEET magazine