Report sulla sicurezza stradale degli anziani: ETSC snocciola i numeri sugli incidenti e spiega come ridurre i rischi
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È uscito il report “Reducing older people’s deaths on European roads – PIN Flash 45” a cura dell’organizzazione indipendente ETSC – European Transport Safety Council, impegnata da anni nel nobile intento di ridurre il numero di morti e feriti nei trasporti in Europa, identificando e promuovendo misure efficaci sulla base della ricerca scientifica internazionale. Come si intuisce dal titolo, il report si focalizza sulla sicurezza stradale degli individui più anziani (da intendersi over 65), approfondendo i dati più recenti sui sinistri e spiegando i provvedimenti più idonei da adottare per ridurli.
SICUREZZA STRADALE IN EUROPA: LE STATISTICHE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA
In base al rapporto dell’ETSC, negli ultimi dieci anni in Europa si è registrata una riduzione annua media del 3% della mortalità degli anziani sulle strade, attribuibile al miglioramento generale della sicurezza stradale. Ovviamente non tutti i Paesi hanno ottenuto gli stessi risultati, e così alle ottime performance di Lituania, Polonia e Norvegia fanno da contraltare i pessimi numeri di Romania (l’unico Paese ad aver addirittura peggiorato il dato decennale), Bulgaria e anche di Francia e Germania, mentre l’Italia si è mantenuta sulla media europea.
Per quanto riguarda invece la sicurezza stradale degli anziani nei singoli Stati, il Paese più sicuro è risultato la Norvegia con 27 vittime stradali anziane per milione di abitanti, seguita da Lussemburgo e Regno Unito rispettivamente con 32 e 34. Molto male invece Romania, Serbia e Bulgaria, con 136, 105 e 88 vittime anziane per milione di abitanti, a fronte di una media europea di 65 (l’Italia è in linea, come si intuisce dal grafico in basso).
Il fattore che influisce maggiormente sulla mortalità stradale degli anziani è la scelta della modalità di trasporto, oltre che la sua diffusione: indubbiamente pedoni e ciclisti sono più a rischio (il 49% muore a piedi o in bici, 33% + 16%, contro il 39% in automobile come conducente o passeggero e il 6% in moto) in quanto utenti deboli, con numeri inevitabilmente più alti nei Paesi in cui l’uso della bicicletta è più diffuso, come l’Olanda dove la mortalità in bici sale a circa il 45% rispetto alla media europea del 16% (in Italia è di poco superiore al 10%). Altri fattori importanti sono la fascia di età (più sono anziani più sono a rischio: avere 85 anni non è come averne 65) e la tipologia di collisione.
ETSC: ADATTARE LE POLITICHE DI SICUREZZA STRADALE ALLA POPOLAZIONE ANZIANA
Le cifre del report dell’ETSC sono molto chiare e per questo, visto che la popolazione europea continua a invecchiare, emerge ancora più che in passato la necessità di un approccio globale alla sicurezza stradale degli anziani, che bilanci le misure di sicurezza con i vantaggi derivanti da una mobilità attiva e indipendente. In Italia in particolare, uno dei Paesi più longevi in ambito europeo dove gli over 65 rappresentano quasi un quarto della popolazione totale, garantire agli anziani una mobilità attiva, indipendente e sicura è una sfida difficile e rilevante. Basti considerare che nel solo anno 2022 sulle nostre strade sono deceduti 960 anziani (2,6 al giorno) e 28.374 (77,7 al giorno: 3 ogni ora) sono rimasti feriti. A fronte di una media nazionale pari a circa 53 morti stradali per milione di abitanti, il valore sale a 86 tra gli 80 e gli 84 anni e a 106 nelle fascia 85-89 anni.
SICUREZZA STRADALE: I CONSIGLI PER RIDURRE I RISCHI DEGLI ANZIANI
Alla luce di queste considerazioni, il report fornisce consigli alle istituzioni europee, ai singoli Governi nazionali e alle case automobilistiche per ridurre i rischi degli utenti stradali più anziani, sottolineando l’importanza di infrastrutture stradali sicure e ben mantenute, di misure di moderazione del traffico e di attraversamenti pedonali ben regolati da semaforo. Alle case viene poi chiesto di realizzare manichini per crash test rappresentativi di età diverse, per analizzare le conseguenze di un impatto anche su persone anziane.
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Un aspetto fondamentale riguarda inoltre i controlli medici, perché per l’ETSC quelli basati sull’età non consentono di prevenire adeguatamente le collisioni gravi e potrebbero indurre i conducenti anziani a utilizzare modalità di trasporto più vulnerabili quando smettono di guidare. Vari studi hanno già evidenziato che condizioni mediche specifiche, abuso di sostanze, disturbi mentali, epilessia e diabete sono fattori più importanti dell’età e colpiscono i conducenti in tutte le fasi della vita.
Sebbene la Commissione europea, nella bozza di revisione delle norme UE sulle patenti di guida, abbia recentemente proposto che tutti i conducenti siano soggetti a controlli medici regolari dopo i 70 anni, ETSC sostiene però che questa regola sia discriminatoria, ritenendo preferibile che i medici di famiglia utilizzino un protocollo di screening per tutte le fasce d’età, in modo da segnalare quelle condizioni mediche che potrebbero influire negativamente sull’idoneità alla guida.
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7/11/23
SICURAUTO.IT