Autonomia, prezzi e ricariche, gli italiani e i mille dubbi sulle auto elettriche
.
Auto elettriche, mobilità sostenibile, zero emissioni, elettrificazioni, termini e parole che gli italiani hanno imparato e appreso negli ultimi anni nell’ambito automobile, perché se in passato l’inquinamento nelle grandi città si “combatteva” con la circolazione a targhe alterne e/o con il blocco della circolazione, oggi la situazione sta cambiando non poco.
Oramai come tutti sappiamo, la Comunità Europea ha bandito a partire dal 2035 la commercializzazione di veicoli con motorizzazione endotermica, siano essi alimentati a benzina, diesel e GPL, in favore di una mobilità più attenta all’ambiente e di fatto lasciando alle sole auto elettriche il compito di assicurare che gli europei possano continuare a spostarsi senza problemi.
Impazza nel dibattito pubblico se tutto questo sia giusto o meno, nel frattempo le case automobilistiche stanno continuando a investire ingenti somme di denaro nello sviluppo e ricerca di nuove tecnologie che consentano alle auto elettriche di soppiantare definitivamente le sorelle endotermiche.
Ma quali sono i reali dubbi degli italiani sulle auto elettriche
Assodato che l’ansia da autonomia è un fattore che attualmente già non ha senso di esistere, gli italiani in media ogni giorno percorrono per recarsi sul luogo di lavoro circa 50/60 km, considerando che dalla Dacia Spring alla Tesla Model S, tutte le auto elettriche dalla fascia economica più bassa fino a quella premium, hanno un’autonomia che in media supera i 200/300 km, questa “paura” di restare a piedi a causa della mancanza di energia, è del tutto infondata.
Dunque, niente più ansia di autonomia ma, il vero nodo cruciale è un altro, dove e come effettuare una ricarica e a quali tariffe e prezzi?
E qui le due fazioni pro e contro l’elettrico si scatenano perché c’è chi non avendo mai guidato e provato un’auto elettrica va per sentito dire e pensa che effettuare una ricarica sia come lo sbarco sulla luna e chi invece, guidandone una tutti i giorni, è consapevole di quanto la sua “mentalità” sia cambiata. Questo è il punto cruciale di tutta una situazione che sembra non avere una risposta logica e sensata, cambiare mentalità.
In occasione di una recente presentazione ho avuto modo di scambiare due chiacchiere, informali, con l’Amministratore Delegato di Hyundai Italia, Andrea Crespi, in merito alla visione che le case hanno sul cambiamento in atto, sulla transizione energetica che sta attraversando il mercato automotive e sulla risposta degli italiani. Un piacevole scambio di idee, dove Crespi ha affermato, che ancora una volta occorre cambiare mentalità, perché ciò che oggi stiamo vivendo non è che l’inizio, un cambiamento che richiede non solo lo sforzo delle case automobilistiche ma anche delle istituzioni.
A mio avviso è da qui che bisogna ripartire, perché condivido in pieno quanto da lui affermato, le case automobilistiche devono incentivare gli automobilisti nell’acquisto di EV con incentivi, tecnologia e facilità di rifornimento energetico, ma anche lo Stato deve fare la sua parte perché ad oggi il vero tallone d’Achille allo sviluppo e diffusione delle auto elettriche è la mentalità, quel non cambiamento che deriva proprio dai piani alti, dal Governo, che non si appresta a mettere in campo una politica che favorisca la diffusione di infrastrutture per le ricariche elettriche.
Sono convito di un passaggio fondamentale che è alla base di ogni cambiamento, per smontare e abbattere le abitudini passate occorre tempo, gli italiani sono abituati a pensare che l’autonomia di un’auto elettrica così come la sua ricarica, siano punti insormontabili e invece, occorrerebbe dir loro che pochi sono gli italiani che viaggiano ogni giorno con il pieno di benzina, che spostarsi con un’auto elettrica con il 30% di autonomia residua consente loro ampiamente di coprire gli spostamenti giornalieri, che ricaricare la batteria oltre l’80% richiede molto più tempo che una ricarica veloce dal 20 all’80% e che spesso dietro una reticenza al cambiamento c’è una forte dose di ipocrisia.
Amo le auto sportive e aspirate, il cambio manuale e la trazione posteriore, ma apprezzo la trasmissione automatica e non potrei farne più a meno per comodità soprattutto in città, credo che la trazione integrale sia un elemento di sicurezza spesso imprescindibile per chi attraversa certe zone e che l’auto elettrica abbia molti più vantaggi che svantaggi, a cominciare proprio dal piacere di guida che offre. Il cambiamento deve esserci e ci sarà…
.
7/11/23
REPORTMOTORI.IT (Marco Lasala)