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Nel 2030 circa 660 milioni di persone saranno ancora senza elettricità e quasi due miliardi faranno ancora affidamento su combustibili fossili e altre pratiche inquinanti
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Il Rapporto ASviS, ovvero la pubblicazione dell’Alleanza per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia, è stata l’occasione perfetta per l’ex ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi e attuale direttore scientifico dell’Alleanza, Enrico Giovannini, di scattare una fotografia dell’avanzamento nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’Italia è “fuori linea” rispetto al conseguimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Per sei obiettivi la situazione è addirittura peggiorata, per tre è stabile e per otto si registrano miglioramenti contenuti“, spiega chiaramente Giovannini.
L’ex ministro sottolinea anche che sì, o ritardi potrebbero essere in parte recuperati, ma l’Italia (come, in realtà, altri Paesi che hanno sottoscritto gli stessi impegni) dovrebbero attuare con urgenza e incisività interventi e riforme.
Nel 2030 ancora 660 milioni di persone senza elettricità
Il Rapporto “mostra chiaramente che il nostro Paese, al contrario dell’Unione europea, non ha imboccato in modo convinto e concreto la strada dello sviluppo sostenibile e non ha maturato una visione d’insieme delle diverse politiche pubbliche (ambientali, sociali, economiche e istituzionali) per la sostenibilità”.
Ad interessarci particolarmente – tra tante informazioni, ad esempio, che nel 2030 oltre mezzo miliardo di persone vivrà ancora ancora in povertà estrema; 300 milioni di bambini e bambine non saranno in grado di leggere e scrivere e di questi 80 milioni non riceveranno un’istruzione scolastica – sono i dati sulle emissioni di gas climalteranti, che continueranno a crescere (qui abbiamo parlato di cosa siano) e i danni provocati dal cambiamento climatico saranno sempre più gravi e diffusi.
La temperatura media, che è tra gli indicatori fondamentali ai quali scienziati e istituzioni ormai da anni guardano con preoccupazione e di cui si sente spesso parlare da Case auto e amministrazioni in concerto con l’auto elettrica, già oggi aumentata di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, raggiungerà il limite fissato dagli Accordi di Parigi (di 1,5°) nel 2034, e non nel 2050 come preventivato.
Proprio parlando di auto elettriche, considerate da alcuni la panacea a tutte le emissioni, non potranno essere di tutti (e non solo per i prezzi proibitivi): nel 2030 circa 660 milioni di persone saranno ancora senza elettricità e quasi due miliardi faranno ancora affidamento su combustibili fossili e altre pratiche inquinanti. Convincerle a passare all’elettrico – a queste condizioni – potrebbe essere decisamente difficile.
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26/10/23
FLEET magazine