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Disinformazione e scarsa trasparenza da parte di provider e case auto, sono problematiche sempre più presenti nel futuro delle auto connesse
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Si fa presto a dire auto connesse, specialmente quando in ballo ci sono privacy e dati personali. Nonostante la sempre maggiore presenza di connected vehicles nelle strade di tutto il mondo, la maggior parte dei possessori di questi mezzi non possiede gli strumenti e le informazioni adeguate a capire al 100% cosa sta guidando.
È questo il dato che emerge dalla “Understanding drivers’ preferences and attitudes in Europe“, una ricerca commissionata dall’Ufficio europeo della FIA, sul sempre più stretto legame che lega la tutela dei dati personali e la tecnologia installata a bordo dei più recenti modelli di auto.
Lo studio, svolto durante un periodo di cinque anni, ha coinvolto oltre 11.000 automobilisti provenienti dai seguenti Paesi:
- Austria (1.002 driver)
- Belgio (1.000 driver)
- Danimarca (1.004 driver)
- Finlandia (1.000 driver)
- Francia (1.007 driver)
- Germania (1.000 driver)
- Italia (1.000 driver)
- Paesi Bassi (1.000 driver)
- Polonia (1.000 driver)
- Repubblica Ceca (1.005 driver)
- Spagna (1.000 driver)
Lo scopo di quest’indagine è stato quello di scoprire e conoscere l’attitudine dei cittadini dell’Unione verso gli ultimi sviluppi tecnologici riguardanti il mondo dell’automotive. E i risultati ottenuti dalla ricerca sono tutto fuorché positivi.
Guidare con (im)prudenza
Secondo la ricerca di FIA, il 59% degli automobilisti pensa che il suo veicolo non sia connesso, il 61% non ricorda di aver dato alcun assenso alla raccolta e al trattamento dei dati relativi alla propria auto.
Tra gli 11.000 driver intervistati, solo il 47% è consapevole che i dati inseriti nel porprio veicoli (tra i quali si possono annoverare informazioni personali, come traffico telefonico e contatti e-mail) vengono registrati e condivisi. Il 59% si invece definito preoccupato di non avere sufficienti chiarimenti sull’utilizzo che ne viene fatto.
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La survey ha inoltre evidenziato che il 65% degli automobilisti vuole avere la possibilità di cambiare il provider telematico del proprio veicolo, mentre 61% vuole farlo anche nel corso della vita di un singolo mezzo. Per il 59% degli intervistati, è il costruttore che deve offrire più servizi addizionali connessi rispetto a terze parti.
La privacy sulle auto connesse ha bisogno di leggi più precise
Uno dei modi più efficaci per rimediare alla scorsa consapevolezza sulla correlazione tra il trattamento dei dati personali e la presenza sempre più massiccia di auto connesse sulle nostre strade è sicuramente quello dell’informazione. Nella ricerca, FIA ha preso in considerazione le aspettative degli automobilisti nei confronti della legislazione comunitaria sul tema dei connected vehicles che dovrà essere discussa dalla Commissione UE.
Il 46% degli intervistati ritiene che ci saranno ricadute positive per quanto riguarda la sicurezza stradale, il 43% conta su una maggiore diversificazione dei servizi offerti, il 42% su una loro più veloce innovazione. Il 40%, poi, crede che ci sarà un miglioramento per quanto riguarda la congestione e il 35% si augura che ci sia un effetto anche sui prezzi dei servizi per i consumatori.
Secondo la Federazione Internazionale dell’Automobile – anche in considerazione del fatto che, entro il 2030, il 90% delle vetture sarà connesso – il Legislatore comunitario dovrà porre particolare attenzione nel favorire questo sviluppo tecnologico tenendo, però, conto dei molti e delicati aspetti ancora da chiarire per quanto riguarda la raccolta e l’uso dei dati personali.
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29/9/23
FLEET magazine