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La strada per l’uso di veicoli (sempre meno) inquinanti è tracciata, nel Vecchio continente, ma è possibile fare di più, oltrepassando (anche) l’alimentazione elettrica:
ne è convita la Commissione europea, che è impegnata nel fissare i «paletti» sull’impiego delle cosiddette «eco-innovazioni». E che terrà aperta fino al prossimo 20 settembre una pubblica consultazione sul regolamento che «istituisce una procedura per l’approvazione e la certificazione di tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni di Co2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri».
L’obiettivo è fissare un percorso legale per la vendita di nuove vetture che possano funzionare anche con carburanti sintetici, oppure, appunto, innovativi (fonti, in generale, viene specificato, che possano dimostrare di non emettere anidride carbonica, oppure, almeno, di risparmiarne la diffusione) dopo il 2035; per limitare il meccanismo delle «eco-innovazioni» la Commissione, intanto, ha avanzato il suggerimento di porre «una soglia minima di 0,5 g/km di risparmio per innovazione».
Nel marzo scorso, intanto, a seguito di un confronto acceso fra gli Stati membri, è stato rinviato il voto in sede europea sullo stop alla vendita di nuove auto a benzina e a diesel dal 2035; un altolà (che il governo italiano ha rivendicato orgogliosamente, mettendo in evidenza come il nostro Paese – che aveva espresso riserve insieme, tra gli altri, a Polonia ed Ungheria – punti, invece, ad «una transizione sostenibile ed equa, pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale»), che si inserisce in un percorso che la Commissione ,Ue ha, comunque, già delineato, essendo intenzionata a presentare, entro il 2025 una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di Co2 durante l’intero ciclo di vita delle autovetture e dei furgoni venduti sul mercato europeo. Inoltre, entro dicembre 2026, sempre l’organismo di Bruxelles monitorerà il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia, e presenterà una metodologia per adeguare le emissioni specifiche di Co2 dei costruttori.
Infine, tutti i ragionamenti sulle fonti alternative ai carburanti «tradizionali» rimangono d’attualità, nel nostro Paese, non solamente per l’impatto negativo dello smog sulle persone e sull’ambiente circostante: in tempo di «contro-esodo» al termine delle vacanze estive, soprattutto a ridosso di Ferragosto, infatti, a tenere banco è spesso il conto dei guidatori di veicoli, che è apparso (e continua ad apparire) abbastanza «salato». Stamani, ad esempio, secondo quanto ha reso noto il Quotidiano energia, le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa risultano stabili sul «self-service» e in lieve aggiustamento sul carburante servito dagli addetti, con il prezzo della benzina che è salito a 2,090 euro al litro e a 1,994 euro per il diesel.
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29/8/23
OPIFICIUMagazine