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Fondata nel 1899, Fiat è uno dei marchi automobilistici più antichi al mondo, che ha contribuito, con tecnologie, design e concetti, al progresso della mobilità. Aperta al progresso e al cambiamento, mantiene i tratti distintivi che mantengono vivo il suo passato più glorioso.
L’attuale logo Fiat è relativamente recente, è stato presentato nel 2020, ma le sue grandi linee risalgono addirittura al 1904.
La Fiat 500 e la sua estetica sono un elemento chiave nel DNA del marchio. La sua filosofia e le sue grandi linee si ritrovano nella 500 del 1957 e, nel suo predecessore, nella Fiat 500 Topolino.
Molti marchi si distinguono portando con orgoglio il nome dei loro fondatori. La Fiat è una delle prime e poche case automobilistiche che ha scelto, fin dall’inizio, di distinguersi dalla concorrenza per mezzo di sigle. Fiat era originariamente, FIAT, la Fabbrica Italiana Automobili Torino (Fabbrica Italiana di Automobili di Torino).
Correva l’anno 1899 quando Aristide Faccioli e Giovanni Batista Ceirano decisero di unire le forze per avviare la produzione automobilistica con uomini d’affari e aristocratici piemontesi e sabaudi, tra cui Giovanni Agnelli. Il nome e il suo acronimo non potevano essere scelti meglio: da un lato chiarivano l’obiettivo e le origini dell’azienda, dall’altro FIAT costituiva un acronimo che creava una breve ed evocativa parola in latino: “Hágase” come in “Fiat Lux”.”, “Sia la luce”.
Gli imprenditori che hanno creato il 3 ½ HP erano consapevoli fin dall’inizio della forza di quelle quattro lettere. Sui suoi primi modelli, una targhetta dorata a forma di volute identificava il veicolo come opera della Fabbrica Italiana Automobili Torino, e sotto appariva la scritta FIAT e un numero di matricola.
Con l’ascesa dello stile modernista, le lettere FIAT sono diventate protagoniste con un carattere tipografico rettilineo molto simile a quello attuale, con la “A” che mostra un angolo molto particolare sul lato destro. Le iniziali erano circondate da un ovale azzurro decorato con elementi dorati a forma di raggi di sole e rami di ulivo.
Questo font, nelle sue linee principali, rimarrà come segno distintivo del marchio fino alla fine degli anni 60. Circondato da corone di alloro, a forma di radiatore stilizzato e con uno sfondo blu o rosso che identificava le auto italiane nelle competizioni sportive.
Nel 1968, le lettere iniziarono ad adottare una forma più regolare e furono incorniciate in quattro romboidi con un’inclinazione di 18º, opera del designer Armin Vogt, dell’agenzia Rewald. Tuttavia, nel 1999, in occasione del centenario del marchio, Maurizio di Robilant ha recuperato le lettere originali con la “A” che è diventata un segno distintivo del marchio, con uno sfondo blu e una corona d’alloro. Cinque anni dopo, passa al rosso e al termosifone, circondato da un cerchio, dal 1931.
Infine, nel 2020, trionfa il minimalismo e le lettere moderniste del 1904 regnano sole nei documenti, nelle pagine web e sulla griglia dei veicoli del marchio.
Le forme arrotondate, l’aria disinvolta e la filosofia della Fiat 500 sono molto presenti nella gamma Fiat. Sono eredi diretti della Fiat Nuova 500 del 1957, opera di Dante Giacosa, che a sua volta sostituisce e riprende elementi di design della Fiat 500 Topolino del periodo tra le due guerre.
Con le ultime tecnologie, una versione 100% elettrica e trazione anteriore, la Fiat 500 di oggi è ben lungi dall’essere una cittadina di base come il suo predecessore, ma riflette la sua vocazione versatile con molteplici sagome e corpi. Se il modello del 1957 prevedeva a catalogo le versioni Normale, Economica, Sport, Cabrio o Giardinera, quello attuale comprende modelli Hatchback, Cabrio e X, con caratteristiche da SUV.
Un altro elemento dell’identità Fiat è la tavolozza dei colori dei suoi diversi modelli. In omaggio alla bellezza e alla gioia dei paesaggi naturali e delle città italiane, il grigio non è incluso, al servizio della visione ottimista ed edonistica che caratterizza la “Dolce Vita”.
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21/08/23
fonte: PASSIONE AUTO ITALIANE
https://www.passioneautoitaliane.com/2023/08/fiat-un-marchio-fedele-alle-sue-radici.html