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Una serie di modelli iconici (passati e presenti) in grado di rendere una normale giornata al mare un’esperienza davvero indimenticabile
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È inevitabile. Con l’arrivo dell’estate, del sole e del caldo, la voglia di salire a bordo della propria auto in direzione della spiaggia più vicina diventa quasi irresistibile.
Ma quali sono le auto che un amante del mare deve provare a guidare almeno una volta nella vita? Quali sono i modelli passati, presenti e futuri con i quali far girare la testa dei passanti che ci vedono arrivare sulla promenade, pregustandoci il primo tuffo tra le onde?
Ecco una serie di modelli di auto storici e moderni che hanno scritto una pagina indelebile nel decennale rapporto tra quattroruote e spiaggia.
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COME SI GUIDAVA IN SPIAGGIA UNA VOLTA…
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CITROËN MÉHARI
Spartana. È questa la parola d’ordine che gli ingegneri della Citroën decisero di stamparsi in testa durante la progettazione della Méhari, la prima automobile di tipo “spiaggina”del brand parigino, presentata per la prima volta nel 1968.
Nessun fronzolo o inutile orpello: proprio come la 2CV e la successiva Dyane, i modelli dai quali questa vettura deriva. Un motore, un volante, un cambio, tre pedali e i sedili. Niente di più, niente di meno. La Méhari, estremizzando il concetto di spartanità, passò alla storia come una delle auto dalla dotazione più elementare che siano mai esistite.
Meno optional vuol dire anche meno peso. Grazie alla sua massa di soli 475 kg, quest’auto grazie alla carrozzeria interamente in materiale plastico, compensava la scarsa potenza del suo motore, che non raggiungeva nemmeno 30 cavalli.
Una leggerezza in grado di rendere la Méhari un mezzo straordinariamente agile, in grado di fluttuare sulla sabbia del deserto (e ovviamente delle spiagge di tutto il mondo).
VOLKSWAGEN T1
Una delle auto più iconiche nella storia dell’automobilismo, in grado di tracciare un solco indelebile nella società del XX secolo. Il Volkswagen T1 divenne sin dal suo lancio sul mercato, avvenuto all’inizio degli anni ’50, il mezzo preferito dagli Hippie ma anche dai surfisti di tutto il mondo.
Un debole, quello provato da migliaia di giovani verso questo mezzo, dovuto alla sua incredibile abitabilità interna (degna di un vero e proprio piccolo camper), ma anche alla facilità di riparazione del suo motore: il mitico 4 cilindri boxer raffreddato ad aria di 1131 cm³ da 25 cv già montato sull’altrettanto iconico Maggiolino.
Che sia il concerto di Woodstock o le spiagge della California, il Transporter resterà sempre un piccolo pezzo di storia dell’automobilismo e della controcultura mondiale. . . .
. . . CONTINUA:
27/07/23, FLEET magazine