Si è chiuso il primo bando del PNRR per le colonnine di ricarica: non assegnati i fondi per l’installazione di 2.500 nuove stazioni sulle autostrade
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Il primo bando per l’installazione di nuove colonnine di ricarica per veicoli elettrici in autostrada si è chiuso con un nulla di fatto: le poche aziende che hanno partecipato alla gara indetta dal Ministero dell’Ambiente non sono state ammesse, lasciando sfumare – almeno per ora – la possibilità di sfruttare i fondi del PNRR per la costruzione di 2.500 nuovi punti di ricarica.
Nei prossimi dodici mesi, si legge su ‘Repubblica’, non comparirà alcuna colonnina di ricarica superveloce finanziata dall’UE sulle autostrade italiane: l’obiettivo non è stato raggiunto. Motus-e lo aveva previsto mesi fa: senza interventi sui bandi, scriveva l’associazione, sarà impossibile per le imprese italiane accedere ai fondi del PNRR per l’installazione di nuove colonnine elettriche.
Bando PNRR: zero progetti per la ricarica in autostrada
Il primo bando del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il finanziamento di nuove infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici si è chiuso esattamente come avevano previsto le associazioni.
I fondi per l’installazione di nuove colonnine in autostrada non sono stati assegnati: tempi troppo stretti, poca chiarezza nelle definizioni e diverse criticità tecniche presenti nel bando, come denunciato già a maggio dall’associazione Motus-e, non avrebbero permesso alle imprese di accedere agli attesi fondi del PNRR.
Il bando, che si è chiuso il 30 giugno, prevedeva di finanziare l’installazione di 6.500 nuove infrastrutture di ricarica con un contributo di 270 milioni da parte dell’Unione Europea, in città e nelle strade extraurbane italiane (cui ne erano destinati 150).
A finire peggio, con un risultato pari a zero progetti ammessi, è stata la sezione dedicata all’infrastruttura di ricarica su superstrade ed autostrade: le aziende che ci hanno provato, si legge su ‘Repubblica’, “in Trentino, Veneto, Campania e Friuli Venezia Giulia, non sono state ammesse”. Sfuma così la possibilità di veder costruire, da qui ai prossimi 12 mesi, 2.500 nuovi punti di ricarica su autostrade e superstrade.
In arrivo 4.000 nuove colonnine in città
È andata meglio per quanto riguarda l’installazione di nuove colonnine in città: per non perdere i fondi europei e recuperare il divario con gli altri Paesi UE, gli operatori che hanno superato la selezione dovranno costruire più di 4mila stazioni di ricarica nei prossimi 12 mesi da Nord a Sud Italia, isole comprese – almeno in teoria.
Come spiega ‘Repubblica’, la Sardegna e parte della Sicilia resteranno scoperte, come anche l’intera Calabria: quanto a infrastruttura di ricarica, le differenze tra nord e sud del Paese sono ancora evidenti. La maggior parte dei fondi a disposizione, si legge, è stata assegnata a Be Charge, Enel X Way e gruppo Enel.
La gara, pubblicata infine a maggio dopo una crisi di governo e le elezioni che hanno portato all’insediamento di Meloni, prevedeva soltanto 28 giorni di tempo per presentare le proprie proposte: troppo poco tempo per le imprese, come aveva denunciato Motus-e.
Il flop del bando PNRR sulle colonnine
“L’Italia rischia di non poter sfruttare i fondi PNRR destinati alla rete di ricarica per le auto elettriche”, denunciava l’associazione appena dopo l’uscita del bando. “I bandi appena pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per finanziare con oltre 270 milioni di euro l’installazione di 6.500 infrastrutture, presentano infatti una serie di criticità tecniche, che allo stato attuale rendono impossibile la messa a terra delle risorse a disposizione”.
L’allarme, esiti alla mano, segnalava un problema reale: “Ci siamo comunque impegnati nel dare una mano alle imprese”, commenta oggi il segretario di Motus-e Francesco Naso, “è chiaro che vanno rivisti i criteri per i prossimi bandi per evitare che una parte delle risorse non venga assegnata”.
Comunque, sottolinea ‘Repubblica’, non è detto che i fondi del PNRR per le nuove colonnine di ricarica siano perduti per sempre: c’è la possibilità, assicurano dal Ministero, di recuperare i fondi non assegnati per centri urbani e strade extraurbane da qui al 2024.
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03/07/23
fonte: Virgilio Motori