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I sistemi di guida autonoma di livello 3 consentiranno di abbattere sempre più le barriere tecnologiche e garantiranno auto più interconnesse e sicure
C’è grande attesa nel futuro per lo sviluppo di sistemi di guida autonoma sempre più completi e all’avanguardia. Le sfide da superare sono tante, ma i passi avanti a livello tecnologico stanno andando più velocemente del previsto.
In questo scenario l’Europa si sta ritagliando la sua nicchia tecnologica, con costruttori di veicoli e gestori di infrastrutture stradali che si danno manforte nella messa a punto di sistemi che né in Asia, né negli Stati Uniti sono arrivati già a tal punto di sofisticazione.
A conferma di ciò abbiamo visto di recente come il Dipartimento dei Veicoli a Motore della California abbia approvato ufficialmente il sistema di guida autonoma di livello 3 di Mercedes-Benz. Uno smacco bello e buono per Tesla, che tra l’altro gioca anche in casa.
La tecnologia che non richiede nessun intervento umano
La notizia ha avuto una forte eco, dal momento che il sistema Drive Pilot di Mercedes-Benz sembra abbia superato in qualità e precisione il Full Self-Driving di Tesla, fermo ancora al livello 2. Grazie alle nuove tecnologie sviluppate per il livello 3, che non prevede nessun intervento umano in situazioni specifiche (tipo la circolazione in autostrada), la guida autonoma permette già di affidarsi totalmente alle decisioni prese in autonomia dall’intelligenza artificiale che governa tutto il sistema.
Certo, al momento funziona in totale sicurezza solo in autostrada, e senza andare oltre una certa velocità, ma le premesse sono ottime per la creazione di auto sempre più intelligenti, in grado tra qualche anno di districarsi da sole persino nel traffico cittadino. Al momento sembra questa la grande barriera tecnologica da superare: mettere a punto cioè un sistema talmente rapido nella presa decisionale, da gestire una mole enorme di dati in tempo reale provenienti da sistemi iper complessi come quelli di una grande metropoli.
Un nuovo dialogo tra veicoli e infrastrutture stradali
Al momento però accontentiamoci del fatto che la guida autonoma di livello 3 funziona, e anche discretamente bene. Tanto che anche Autostrade per l’Italia sta preparando la sua infrastruttura per sfruttare i vantaggi che la guida autonoma di livello 3 può offrire. L’azienda ha già implementato i primi 50 km di strade intelligenti sulla A1 tra Firenze Sud e Firenze Nord, e nella zona urbana di Bologna. E starebbe testando un sistema che consente ai veicoli di comunicare con l’infrastruttura in modalità wireless mantenendo la modalità di guida autonoma attiva anche in assenza di segnale satellitare. Finora sono state condotte due sperimentazioni, una in un ambiente controllato e un’altra su un tratto autostradale chiuso per riqualificazione. A luglio si attendono nuovi test su due autostrade, questa volta aperte al traffico.
Protagonista di queste sperimentazioni una nuova tecnologia messa a punto dal centro di ricerca e innovazione Movyon, in collaborazione con il Politecnico di Milano. Grazie a una comunicazione wireless tra veicoli, e a segnali inviati da antenne RSU (Roadside Unit), questa soluzione permette all’intelligenza artificiale dei veicoli di ricevere informazioni precise sul posizionamento e mantenere la guida autonoma anche in galleria o in assenza di segnale satellitare. Un sistema di guida autonoma che non preveda anche lo sviluppo delle infrastrutture stradali serve a poco. Solo attraverso la stretta collaborazione tra queste tecnologie consentiremo ai veicoli un passo in avanti. Li faremo comunicare tra loro scambiando dati e allo stesso tempo li metteremo in contatto con l’infrastruttura per ricevere informazioni aggiuntive e migliorare il livello di autonomia della guida.
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30/06/23
fonte: GIORNALE MOTORI