Una vettura senza pilota con una speciale autorizzazione farà dei test alla Freccia Rossa. In mezzo a sicure polemiche
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Uno schiaffo alla passione per l’auto, alla storia dei motori E a quello che gli appassionati mettono al primo posto nella scala dei valori: la guida. Ecco cos’è presentarsi alla Mille Miglia con un’auto a driverless, senza pilota. Eppure, è esattamente quello che sta facendo il Politecnico di Milano alla Freccia Rossa grazie ad una speciale autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per condurre test di guida autonoma su strade pubbliche, sulla base del Decreto Ministeriale 70/2018 “Smart Road”. Nella storia del DM70 questa è la seconda volta che viene rilasciata una autorizzazione, e la prima assoluta per un contesto così vario e lungo. Una sfida. Anzi una doppia sfida: tecnologica e culturale. Forse anche per questo la macchina usata per il test è una Maserati MC20 Cielo e probabilmente alla stessa logica risponde la scelta del “pilota” (in realtà un “supervisore” a bordo vettura, necessario per poter effettuare la sperimentazione): Matteo Marzotto, nipote di Giannino che vinse la vera 1000 Miglia del 1953.
Ma basterà per evitare gli insulti degli appassionati della guida? Molto probabilmente no perché questo è un contesto di puristi, di fanatici della guida, di appassionati che corrono con macchine di 70, 80 anni fa piene di cavalli e senza praticamente freni, spesso esposti alle intemperie e sempre senza nessun ausilio elettronico.
Per capire il discorso basta ricordare quello che successe qualche anno fa quando, per presentare la nuova Civic Type R, la Honda dopo il Tributo Ferrari (che fa da apripista alla Mille Miglia con Gt di ogni epoca ma solo made in Maranello) fece sfilare 25 macchine. Una selva di fischi e insulti accompagnò la parata perché il pubblico, quel pubblico, di auto moderne proprio non vuole sentirne parlare…
Ma al Polimi hanno la testa dura. Sono bravi. E l’innovazione, si sa, passa per la trasgressione. Al punto che la 1000 Miglia del 2023 rappresenta solo la fase iniziale di questo folle progetto, e sarà seguita da un anno di intensa sperimentazione e perfezionamento della tecnologia, con l’obiettivo di raggiungere, per la 1000 Miglia 2024, la capacità di percorrere tutti gli oltre 1500 Km di tragitto in modalità totalmente autonoma.
Ora va bene tutto, ma non possiamo ignorare il contesto. Quello che sta succedendo “intorno” all’auto a guida autonoma, ossia il delirio di polemiche sull’intelligenza artificiale che regola in modo profondo la rete, tutti gli algoritmi. Il nodo, lo sappiamo, è la trasparenza di questi meccanismi e come diversi soggetti – pubblici o privati – possano controllare il funzionamento dell’IA. Da questo punto di vista noi abbiamo la legislazione europea – il Digital Services Act – che sta facendo passi da giganti. E i cinesi dal canto loro hanno già deciso che introdurranno una regolamentazione per le chatbot basate sull’intelligenza artificiale sul modello della statunitense Chatgpt. L’amministrazione cinese del cyberspazio ha infatti recentemente annunciato che prima di essere resi disponibili, i prodotti caratterizzati da intelligenza artificiale dovranno essere sottoposti a “un’ispezione di sicurezza”. Adesso unite i puntini: Mille Miglia, la passione per l’auto, Chatgpt, Digital Services Act, guida autonoma. Quello che esce è uno sgorbio. Ma non era meglio lasciare separati i due mondi? E far correre le auto d’epoca in santa pace da Brescia a Brescia passando per Roma?
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14/06/23
fonte: FormulaPassion