.
Il nuovo standard Euro 7 continua a far discutere. Circa una settimana fa, il ministro delle infrastrutture Salvini era tornato a puntare il dito contro questa normativa definendola “sbagliata e priva di senso“. Contestualmente, aveva fatto sapere che l’Italia, insieme con altri Paesi Europei, stava lavorando per evitare quello che aveva definito come un “salto nel buio“. Salvini aveva pure evidenziato che Francia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Ungheria la pensavano alla stessa maniera.
Adesso, arriva la notizia che l’Italia, con altri 7 Paesi europei ha firmato un documento inviato alla Commissione Europea, alle altre capitali dei Paesi UE e alla presidenza di turno UE, per illustrare le principali preoccupazioni comuni sul disegno di regolamento di Bruxelles. Gli altri Paesi firmatari sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria, cioè quasi tutti quelli menzionati da Salvini la scorsa settimana.
Secondo quanto racconta Il Messaggero, i Paesi firmatari giudicherebbero il nuovo standard irrealistico. Inoltre, aggiungono che la normativa potrebbe avere effetti negativi sugli investimenti delle case automobilistiche che sono già alle prese con i loro progetti di elettrificazione. Euro 7 non appare realistico e rischia di avere degli effetti negativi sugli investimenti nel settore già impegnato nella transizione verso l’elettrico. I requisiti per i nuovi standard di emissione Euro 7 devono essere considerati nel più ampio contesto legislativo dell’UE.
Questi Paesi, quindi, si oppongono alla nuova normativa in quanto andrebbe a distogliere gli investimenti del settore per andare a centrare gli obiettivi del 2035. In generale, ci opponiamo a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di gas di scarico (compresi i nuovi requisiti di test o nuovi limiti di emissione) per auto e furgoni poiché distoglierebbe gli investimenti del settore per centrare l’obiettivo del 2035. Percepiamo l’importanza di migliorare le performance in termini di emissioni che saranno ancora rilevanti dopo il 2035, in particolare per le particelle legate all’abrasione, in quanto consentiranno al settore di concentrarsi sulle emissioni che saranno ancora prodotte dai veicoli elettrici dopo 2035. Tuttavia, l’introduzione dei valori limite dovrebbe riflettere l’attuale sviluppo dei metodi di misurazione a livello delle Nazioni Unite e tenere conto delle proprietà dei veicoli elettrici. Questo consentirebbe di fissare i limiti di emissione a un livello adeguato.
Nel documento, i Paesi firmatari chiedono una proroga dei termini temporali previsti dalla normativa e fissati attualmente al 2025 per auto e furgoni e al 2027 per i veicoli pesanti. Inoltre, viene anche ribadita la necessità di dover valutare correttamente l’impatto di Euro 7 anche sul comportamento dei consumatori. Per i firmatari, solo una normativa equilibrata fornirà un contributo positivo per la protezione dell’ambiente senza mettere a repentaglio il futuro dell’industria automotive europea. È inoltre fondamentale valutare correttamente l’impatto del quadro Euro 7 proposto, anche sul comportamento dei consumatori, e garantire che le nuove norme sulle emissioni siano realistiche rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e in termini di analisi costi-benefici. Solo un regolamento ben equilibrato fornirà il contributo positivo atteso alla protezione dell’ambiente senza mettere a repentaglio il futuro e la competitività dell’industria automobilistica europea, compreso l’accesso alla mobilità per i cittadini e la sua convenienza.
.
22/05/2023
fonte: HDMotori.it
https://www.hdmotori.it/auto/articoli/n569985/italia-8-paesi-unione-europea-contro-euro-7/