Durante la presentazione italiana di Volvo Concept Recharge, il professor Enrico Al Muredin dell’Università di Bologna ha tenuto un intervento sui correttivi necessari nell’ordine giuridico per accogliere i sistemi di guida autonoma. Necessaria anche una maggiore educazione dei consumatori al valore della sicurezza
.
Volvo ha annunciato in contemporanea con il CES 2022 il debutto in California il prossimo anno del suo sistema di guida autonoma che non richiede supervisione da parte del guidatore, Ride Pilot. La presentazione in Italia di Concept Recharge è stata l’occasione per un approfondimento sul tema a cui ha partecipato il Professore Enrico Al Mureden, ordinario di diritto civile dell’Università di Bologna e docente di Product Safety, Liability and Automotive presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’ateneo di riferimento della “motor valley” italiana. La prossima disponibilità dei sistemi di guida autonoma pone infatti il problema di un ordine giuridico che deve ancora recepire l’evoluzione tecnologica del settore automotive, in particolare per quanto riguarda la responsabilità civile della conduzione di un veicolo che oggi ricade sempre sul guidatore e, per quanto riguarda difetti di fabbricazione, sul produttore del veicolo.
Volvo Concept Recharge si mostra per la prima volta in Italia
A chi guida oggi un veicolo con sistemi ADAS avanzati non viene riconosciuto alcun beneficio, che invece, sottolinea il professore Al Mureden, sarebbe auspicabile per incentivare la diffusione dei nuovi sistemi di sicurezza e accelerare la sostituzione del parco circolante, in modo da portare più velocemente ad un mondo in cui le auto a guida autonoma rappresentino la quasi totalità. Chi oggi guida un’auto con sistemi di assistenza alla guida in grado di ridurre sensibilmente il rischio di collisioni viene trattato allo stesso modo di chi utilizza un’auto di vent’anni fa, sia in termini di responsabilità civile che, di riflesso, di premio assicurativo. Non ci sono incentivi per l’acquisto di più costose auto sicure, mentre in Europa la guida autonoma di livello 3 per non parlare di quella di livello 4, sostanzialmente non è ancora consentita se non in rare zone ben delimitate. In Italia si attende ancora una revisione del codice della strada che consenta l’utilizzo di sistemi di assistenza alla guida non supervisionata: ad oggi togliere le mani dal volante resta vietato su tutte le strade del territorio nazionale.
Ma come dovrebbe mutare l’aspetto giuridico della responsabilità civile con l’arrivo della guida autonoma? Un’ipotesi, illustrata dal professor Al Mureden, vede un drastico spostamento dell’onere della responsabilità dal guidatore al produttore dell’auto, secondo i principi di Market Enterprise Responsibility e Market Share Liability. In sostanza, in uno scenario che vedrà un parco circolante composto principalmente da auto a guida autonoma, è la casa automobilistica che si fa garante della sicurezza dei propri veicoli, finanziando di tasca propria i rimborsi in caso dei pochi sinistri che ci si aspetta si verificheranno ancora in un mondo a guida autonoma, assumendosi direttamente la responsabilità. Il mercato dovrebbe prevedere un fondo comune per i rimborsi a cui i vari produttori parteciperanno in base alla propria quota di mercato, pesata su un coefficiente di sicurezza dei propri veicoli: il principio di base è in sostanza che chi produce veicoli più sicuri, pagherà di meno di chi produce veicoli meno sicuri e chi vende più veicoli, pagherà di più di chi ne vende di meno, in modo da riflettere le quote di mercato del parco circolante.
La strada per arrivare a questo scenario, sostiene Al Mureden, dovrebbe essere accompagnata da interventi quali l’attenuazione della responsabilità civile per chi guida veicoli con sistemi ADAS avanzati, benefici per chi già monta scatole nere, ma anche un percorso di educazione per i consumatori al valore della sicurezza, per stimolare la domanda di veicoli che montano le soluzioni più avanzate. Il tutto poi non può però prescindere da un’aumento della cultura tecnico – giuridica soprattutto tra chi le leggi è chiamato a scriverle, in modo tale che ci sia un confronto aperto tra giuristi, aziende e comunità tecnico scientifica, affinché le norme vengano scritte senza pregiudizi e in modo informato. Per chi fosse interessato a questi temi, Enrico Al Mureden è coautore insieme a Guido Calabresi del saggio “Driverless Cars, Intelligenza artificiale e futuro della mobilità” pubblicato da il Mulino.
.
25/01/2023
fonte: DMove.it