
Prima di immettere un qualsiasi prodotto sul mercato è imprescindibile la fase di prototipazione.
Anche nel settore automotive i prototipi auto sono fondamentali per capire la resta di un veicolo prima che questo venga prodotto in serie.
Si tratta di una fase cruciale del processo produttivo poiché consente di studiare meticolosamente ogni aspetto tecnico della vettura, collaudandola e capendone potenzialità e difetti.
La realizzazione di un prototipo è un momento unico nella storia di ogni singola automobile, i mesi o gli anni che lo hanno preceduto sono stati contrassegnati da fatica, lavoro di squadra, progetti creativi, delusioni, aspettative, speranze e idee innovative.
Non sempre le idee e i sogni riescono a realizzarsi, spesso i prototipi sono destinati a restare tali ma ogni lavoro svolto viene conservato come un bene prezioso che potrà sempre rivelarsi utile per il prossimo veicolo.

Il primo prototipo auto con motore endotermico: la Patent Motorwagen
Fu l’ingegnere tedesco Karl Benz nel 1886 a dare vita al primo tra i prototipi auto con la casa automobilistica Mercedes Benz.
Si tratta della Patent Motorwagen, detta anche Velociped, il primo prototipo di un’automobile con motore a scoppio ideato e progettato da Karl Benz.
Una vettura unica che non incontrava i gusti di tutti ma che racchiudeva fatiche e speranze di un genio incompreso che cadde in depressione per il mancato successo della sua invenzione.
Karl trovò in sua moglie Bertha una vera alleata che lo aiutò a far uscire dall’ombra la Velociped.
Bertha decise, all’insaputa del marito, di fare un viaggio per far conoscere l’invenzione di Karl: si mise al volante consapevole dell’ardua impresa in quanto non vi erano le comodità del giorno d’oggi e partendo dalla città di Mannhein si diresse vero Pfozheim per poi tornare, un tragitto di oltre 100 chilometri.
Il viaggio di Bertha Benz suscitò clamore e grande interesse degli imprenditori per il settore automobilistico.
La Patent Motorwagen montava posteriormente un motore a quattro tempi con una cilindrata da 577 cc e il telaio era formato da tubi in acciaio.
Car wrapping: a cosa serve camuffare i prototipi di auto
La fase che precede il camuffamento della vettura è quella in cui si prende in prestito il vestito di un’altra auto: per i primi collaudi il corpo del prototipo sarà quello di un’altra vettura.
Come fase successiva si procederà a collaudare il veicolo su strada con la sua veste reale.
Car wrapping significa letteralmente auto avvolta e consiste nell’applicare delle speciali pellicole alla carrozzeria per poterne cambiare l’aspetto in modo sicuro ed efficace.
Questa tecnica può essere utilizzata ogni volta che si necessita o si desidera cambiare l’aspetto del proprio veicolo, ma nel mondo della prototipazione serve per camuffarla.
Il car wrapping sui prototipi è indispensabile per fare in modo che i concorrenti non riescano a carpire informazioni sul veicolo che circola su strada prima durante la fase di collaudo.
Le pellicole che vengono applicate ai prototipi auto sono sempre camouflage e la maggior parte delle volte sono in colore bianco e nero: questa tattica serve per camuffare le linee e le forme del veicolo che invece sarebbero percepibili se coperte da una pellicola monocromatica.
Inoltre, il momento più importante di una vettura è il suo debutto e la sua presentazione al pubblico e anche per questa ragione i prototipi vengono preservati e camuffati nel migliore dei modi.
Molte case automobilistiche si rivolgono ad ingegneri e progettisti affidando loro lo sviluppo di camouflage studiati apposta per ogni singolo modello.
La tecnica di camouflage sui prototipi auto è oggi parte integrante della progettazione ed è tutt’altro che semplice, richiede un’attenta analisi per poter creare la giusta combinazione in grado di non far presagire alcunché agli occhi della concorrenza, un vero connubio di scienza e arte.
Dopo lo scandalo Ford che nel 2015 vide comparire sul web le foto della nuova Mustang per colpa di un fotografo appostato all’interno di un cespuglio, ogni casa automobilistica decise di occuparsi del camouflage del prototipo già all’interno del proprio laboratorio.
Oggi non ci sono più limiti alle tecniche e all’arte del mascheramento dei prototipi.
Colori, contrasti, effetti 3D e in rilievo, tutto pur di ingannare l’occhio indiscreto dello spionaggio industriale.
Che il camouflage sia ormai una vera e propria forma d’arte è dimostrato dall’artista Paolo Troilo che ha vissuto in simbiosi con la nuova Lamborghini Huracàn Evo fino alla creazione del capolavoro “il Minotauro”.
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24/01/2023
fonte: Automotive News