Oltre 7 incidenti stradali su 10 avvengono nei centri abitati. Molti per le difficoltà di integrare i cosiddetti mezzi “smart” (come i monopattini) e la presenza delle ciclabili nel traffico convulso e poco educato della metropoli. Ecco allora un piccolo galateo per provare a migliorare la situazione. E la classifica delle città italiane che ne avrebbero più bisogno
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Guida in stato di ebrezza ed eccesso di velocità ma anche distrazione, aggressività, superficialità. Sono tante le cause degli incidenti stradali che si verificano sulle nostre strade, 7 su 10 nei centri abitati. E il loro numero è in aumento, secondo l’Istat: nel 2021 sono stati più di 150 mila, il 28,4% in più rispetto all’anno precedente. E purtroppo, secondo le statistiche, molte vittime sono giovanissime al punto che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte fra i ragazzi. Una vera piaga per il nostro Paese, che va combattuta aumentando i controlli e punendo i responsabili ma anche promuovendo una cultura della sicurezza e della buona educazione. Una mobilità gentile.
Incidenti stradali, monopattini e altri mezzi “smart”
Monopattini a zig zag in contromano, e-bike che attraversano col rosso, shared-car sulle piste ciclabili. Secondo l’ultimo rapporto Istat, cresce infatti il numero d’incidenti mortali (+33%) legati ai mezzi “smart” ritenuti sicuri e sostenibili. Le zone più colpite sono, abbastanza ovviamente, le grandi metropoli: Roma, Milano e Torino soprattutto. Circa un terzo delle morti totali coinvolgono pedoni o biciclette. I monopattini, invece, sono stati coinvolti nel 3% del totale degli incidenti. Inoltre, nel solo 2021 sono stati 235 gli incidenti mortali tra i guidatori di monopattini e biciclette (+33% rispetto all’anno precedente). E a piedi? l’indice di mortalità per i cittadini a passo d’uomo risulta di 4,6 volte superiore addirittura alla mortalità degli occupanti le auto (0,7 su 100).
Perché in strada siamo tutti un po’ più maleducati?
Anche se non degenerano in incidenti stradali, ci sono tanti comportamenti detestabili che, quando siamo in macchina o in bici, semplicemente ci permettiamo. «In maniera inconsapevole, quando si è in strada si pensa di entrare in una zona di proprietà e si disinnescano tutta una serie di criteri sociali», dice la psicanalista Vera Slepoj. «La macchina, la bicicletta, il monopattino, la moto diventano la casa, una sorta di estraneazione dal mondo esterno: nella macchina si parla, si litiga, si mangia, si dorme».
Con conseguenze anche pericolose. «Esiste una visione limitata dei rischi, una sorta di ignoranza legata all’uso dei mezzi. L’aggressività alla guida è l’estensione di un’aggressività soggettiva dell’individuo. La tendenza a non controllare questi stadi è molto alta», continua Slepoj.
Gli atteggiamenti più detestati da chi si muove in città
Gli atteggiamenti più detestati e ritenuti pericolosi da chi si muove in città sono diventati tema di indagine: in base a un sondaggio condotto online su 1200 italiani da Authoriality per Dentsu Creative, per esempio, per gli uomini è inaccettabile vedere auto o mezzi condivisi parcheggiati su marciapiedi e strisce pedonali (34%). Imbattersi in persone in monopattino che circolano a zig zag in mezzo alla carreggiata (29%), in ciclisti al di fuori delle corsie loro dedicate, magari affiancati (26%). Le donne sarebbero invece più infastidite da chi sale sui mezzi pubblici senza dare la precedenza (43%), e da chi abbandona i mezzi smart condivisi al di fuori della città (35%). Dalla stessa indagine emergono anche le città italiane dove la mobilità risulta più “maleducata” secondo i cittadini: Roma si piazza al primo posto (61%), davanti a Milano (59%) e Napoli (55%), chiudono la top 5 Torino (52%) e Bari (47%).
Da Parigi a San Francisco, le iniziative per la Mobilità gentile
Tante le iniziative per promuovere la mobilità gentile, o “gentle mobility”, in tutto il mondo. Per esempio Parigi ha strutturato il progetto “15-minute city”: una riqualificazione urbana a 360° che offre la possibilità ai cittadini di effettuare tutte le attività quotidiane a distanza di 15 minuti a piedi o in bicicletta. La stessa iniziativa prevede anche la realizzazione di 180 km aggiuntivi di piste ciclabili e di 180mila parcheggi per bicilette entro il 2026.
In Colombia, a Bogotà, dove la domenica e nei giorni festivi viene applicato un programma denominato Ciclovia che vieta alle auto di circolare in alcune zone la domenica e nei giorni festivi: in questo modo parte della metropoli viene liberata dal traffico e questo attira lungo i percorsi car free più di un milione e mezzo di persone tra ciclisti, pedoni e appassionati di jogging.
E ancora, San Francisco, durante la pandemia, ha lanciato l’iniziativa Slow Streets che utilizzava segnaletica e barriere utili a limitare il traffico automobilistico lungo 30 percorsi nel tentativo di renderli più adatti a pedoni e ciclisti. Stando a quanto raccolto dalla città, si è registrata una riduzione del traffico veicolare pari al 50% e, allo stesso tempo, un aumento sia di pedoni (+17%) sia di ciclisti (+65%) nei giorni feriali.
A Milano, un contest per gli studenti
Ma vale la pena segnalare anche iniziative più piccole, come il Dentsu Creative Comes to Town: un contest aperto agli studenti delle scuole di comunicazione e dei master nelle discipline dell’advertising di tutta Italia per la realizzazione di una campagna sulla mobilità gentile (qui sotto i vincitori). «Un tema ancora poco esplorato e comunicato, e coerente con la nostra idea di creatività non fine a sé stessa, ma capace di creare cultura, portare beneficio alla società e laddove possibile, inventare il futuro», spiega Emanuele Nenna, CEO & Chairman di Dentsu Creative.
Il decalogo della Mobilità gentile
Da dove cominciare, dunque, nel nostro piccolo? Da poche semplici regole: queste, messe a punto da un panel di esperti tra cui la psicanalista Vera Slepoj. Banale dirlo ma se le adottassimo tutti gli incidenti stradali calerebbero drasticamente.
1) Mettersi alla guida in condizioni psicofisiche ottimali: serenità e tranquillità sono indispensabili per salire alla guida di un mezzo.
2) Avere conoscenza e senso di responsabilità: quando si guida qualsiasi mezzo, occorre essere consapevoli di ciò che si fa, agendo nel pieno rispetto degli altri guidatori o pedoni.
3) Guidare il proprio mezzo con attenzione e prudenza: conoscere e rispettare le regole del codice stradale è fondamentale per muoversi per strada in sicurezza.
4) Preferire mezzi sostenibili: quando si viaggia, è possibile fare scelte rispettose dell’ambiente, come preferire viaggiare sui mezzi pubblici o scegliere di muoversi a piedi o in bicicletta, contribuendo così ad abbassare le emissioni nocive nell’aria.
5) Parcheggiare solo negli spazi consentiti: Non lasciare mai il proprio mezzo nelle aree non consentite; oltre a violare il codice della strada, è possibile che si intralci il cammino anche degli altri.
La responsabilità degli incidenti stradali
6) Evitare di transitare con il proprio mezzo dove non è consentito: evitare di pedalare in bicicletta sul marciapiede o passare con la macchina nelle aree pedonali; oltre a rischiare sanzioni si può incorrere in incidenti con altri pedoni o guidatori.
7) Segnalare spostamenti/cambio di corsia: la strada non è di nostra proprietà; occorre sempre segnalare agli altri quando si decide di cambiare corsia o di entrare/uscire da un posto.
8) Dare la precedenza sui mezzi pubblici: se si viaggia sui mezzi, garantire sempre la seduta alle fasce d’età più deboli come anziani, donne incinta e bambini.
9) Lasciare il mezzo in condivisione in un’area che non ostacoli la viabilità: quando si abbandona un mezzo di sharing, occorre lasciarlo in un luogo che non intralci la viabilità e che sia facilmente reperibile da un altro utente.
10) Non sporcare e non fumare se si viaggia in compagnia: sui mezzi pubblici come in auto, quando si viaggia con altri occorre fare attenzione agli spazi condivisi e non recare fastidio agli altri con le proprie azioni.
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nov/22
fonte: IoDonna (E.Riggi)