Il 2022 sarà ricordato come l’anno nero per l’automobile: vendute solo 1,3 milioni come nel 1978. Ma il mezzo pubblico fatica a recuperare terreno. Gli italiani si spostano di meno: il 15% di km passeggeri in meno del 2019
Il 2022 è stato l’anno di svolta nelle politiche di mobilità e trasporti, grazie soprattutto al Pnrr e all’azione del ministro Enrico Giovannini. Nel corso di quest’anno sono incrementate le immatricolazioni (+3,5%) degli autobus, soprattutto di bus elettrici, che arrivano a 600, ma poiché ci vogliono un paio d’anni dallo stanziamento per vedere i mezzi su strada, gli autobus circolanti ed assicurati sono appena 41.787, con una età media di ben 10,4 anni. Forse anche per questa ragione il mezzo pubblico fatica a catturare di nuovo i passeggeri persi nel 2020 a causa della pandemia. Nel 2021 abbiamo acquistato meno autobus del 2019 (-30%) e dei primi anni del secolo (-50%).
Il 2022 è stato per l’Italia l’anno del declino irreversibile della motorizzazione diesel: metà delle nuove auto sono ibride e a benzina, ma solo il 9% elettriche (full e plugin). In Germania siamo al 38% di elettriche, quattro volte di più. Il governo uscente ha approvato il Piano nazionale della mobilità ciclabile, confermato gli stanziamenti Pnrr e favorito le politiche cittadine per la mobilità sostenibile. Ma la nuova finanziaria 2023 ha cancellato 90 milioni di euro di fondi nazionali per le piste ciclabili.
Il 2022 è stato per l’Italia l’anno del declino irreversibile della motorizzazione diesel: metà delle nuove auto sono ibride e a benzina, ma solo il 9% elettriche (full e plugin)
Il Trasporto pubblico regionale dovrebbe essere il servizio universale di mobilità per tutti: i ministri Enrico Giovannini e Andrea Orlando hanno proposto un bonus di 60 euro sull’abbonamento mensile al Tpl, sfruttato a pieno da lavoratori e studenti dove il trasporto pubblico funziona. In Germania da giugno a settembre è stato offerto a tutti gli 80 milioni di residenti a 9 euro al mese di abbonamento (tutti i servizi): il 18% dei tedeschi hanno sostituito completamente l’auto con i mezzi pubblici, il 31% si sono limitati ad usarli più “frequentemente”, molti altri per qualche gita estiva in più. Così oltralpe si è rilanciato l’uso dei mezzi pubblici dopo la pandemia.
Finite le buone notizie per l’anno trascorso. La mobilità degli italiani che emerge sia dall’Osservatorio Ipsos-Legambiente (settembre 2022) che dal 19° Rapporto Isfort conferma che siamo tornati indietro, trionfano i mezzi più inquinanti e, per spendere di meno e per paura del contagio, ci spostiamo di meno, ogni giorno percorriamo il 15% di km passeggeri in meno del 2019. Camminiamo di più in città, dove ci sono più ciclabili pedaliamo un po’ di più, ma probabilmente per risparmiare persino sul biglietto dell’autobus. Nella crisi si riducono soprattutto gli spostamenti del tempo libero, scesi del 19%. Perde il trasporto pubblico: -20% i treni ad alta velocità, -23% i regionali, anche i mezzi pubblici urbani perdono tra il 5 e il 10% sul 2019, a vantaggio soprattutto dell’auto, percorrendo più o meno gli stessi km del 2019, visto che i consumi di carburante non sono cresciuti.
Il 2022 sarà ricordato come l’anno nero per l’automobile: se ne sono vendute appena 1,3 milioni, quanto il lontano 1978, ed è probabile che per la prima volta le radiazioni supereranno le immatricolazioni. Già nel 2021 il tasso di motorizzazione (67,2 auto ogni 100 abitanti, tra i più alti al mondo) è aumentato solo perché è diminuita la popolazione (-253 mila). Intanto le 39,7 milioni di auto in circolazione invecchiano e inquinano sempre di più, provocando quel che i giornali di settore definiscono il temuto “effetto Cuba”. È l’inizio della fine dell’illusione dell’auto per tutti: il prezzo medio d’acquisto di un’auto nuova, al netto degli sconti, era di 17.000 nel 2010, è salito a quasi 25.000 euro nel 2021 (dati Unrae). Ad ogni crisi le famiglie che possono acquistare l’auto nuova si riducono: in tutta Europa i principali acquirenti sono le aziende e le flotte a noleggio, a breve o lungo termine. Anche per l’auto il futuro sarà l’uso più che il possesso.
dic/22
fonte: La Nuova Ecologia