Mauro Berruto, deputato dem che il mese scorso aveva presentato alla Camera il disegno di legge per la distanza di un metro e mezzo in fase di sorpasso del ciclista, ieri a Montecitorio ha fatto un intervento per chiedere a tutti i suoi colleghi – al di là dell’appartenenza politica – di unirsi per la sicurezza dei ciclisti e approvare questa modifica al Codice della Strada.Adv
Richiesta contenuta anche in una lettera – promossa da “Io Rispetto il Ciclista” e da ACCPI – indirizzata al Presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato.
L’intervento dell’on. M.Berruto: Onorevoli colleghi, Onorevoli colleghe, Un aeroplano pieno di persone ogni anno inesorabilmente si schianta nel nostro Paese. È pieno di ciclisti. Dal 2018 oltre 1.110 morti in media 225 ciclisti morti all’anno. Non solo atleti, corridori, ma donne, pensionati, ragazzi che andavano scuola, bambini. È una mattanza. In Italia, quando va bene, un ciclista muore investito ogni due giorni. Cinque anni fa abbiamo pianto Michele Scarponi, oggi piangiamo Davide Rebellin: due straordinari e famosi campioni. Ma poche ore dopo Rebellin è morto nello stesso orrendo modo Manuel Lorenzo Ntube, un ragazzo di 16 anni, promessa del Padova Calcio. Chi sarà la prossima vittima? C’è un senso che noi, Onorevoli colleghi, possiamo dare a queste tragedie? Sì, c’è: il senso che da quest’aula possiamo dare è quello di portare a termine una battaglia combattuta da anni da tante persone che hanno perso i loro cari. Un’azione richiesta, dopo la tragedia di Davide Rebellin, anche con una lettera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, alla Premier Giorgia Meloni, firmata da tanti sportivi e persone che amano la bicicletta. Quelle persone chiedono una legge: una modifica al Codice della Strada che imponga la distanza di un metro e mezzo nell’operazione di sorpasso di un ciclista: esattamente come succede in tanti paesi europei. 150 centimetri che fanno la differenza fra la vita e la morte, ma soprattutto inizierebbe a cambiare la cultura di un paese dove la strada è un campo di battaglia. La strada invece è di tutti. E se tutti devono rispettare chi si muove lungo una strada c’è una differenza: un ciclista magari fa spazientire un automobilista, lo fa tardare 5 minuti. Ma un automobilista distratto e nervoso ha fra le mani un’arma che può uccidere un ciclista. Onorevoli colleghi, firmiamo insieme le poche righe di questa legge: un metro e mezzo non costa un euro, non ha bandiere, non ha parte politica. È solo una questione di civiltà e di volontà: la nostra volontà, in memoria di Michele Scarponi, Davide Rebellin e di migliaia di altre vittime. Prima della prossima tragedia.
La sicurezza stradale che non c’è
Il tema della sicurezza di chi pedala – e della legge sul sorpasso del ciclista a un metro e mezzo – è di stretta attualità: lo dimostrano numerose iniziative in tutta Italia – come il flash mob della ciclabile umana di sabato 3 dicembre tenutosi a Milano, Genova, Napoli e Lecce. Così come le prese di posizione pubbliche sul tema, come quella del geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, secondo il quale il ciclista andrebbe ringraziato perché contribuisce a rendere le strade meno trafficate e meno inquinate.
06/12/2022
fonte: Bike Italia