La Brexit è ormai realtà, e da domani la Gran Bretagna abbandonerà l’Unione europea. Si aprirà, poi, un periodo di transizione (durerà fino al prossimo 31 dicembre), che servirà per andare a stilare accordi per i rapporti futuri tra la Gran Bretagna stessa e l’Ue. In questo clima d’incertezza c’è la grande preoccupazione della Society of Motor Manufacturing and Traders (Smmt), l’associazione che raggruppa tutti gli operatori del settore automotive inglese. Questo si può leggere nelle parole rilasciate alla Bbc da Mike Hawes, ceo dell’azienda, in merito all’importanza che si riesca a trovare un accordo commerciale senza barriere con l’Ue dopo la ratifica effettiva della Brexit: “Data l’incertezza del settore è essenziale proteggere la nostra competitività globale e questo richiederà un corretto accordo di libero scambio con l’Europa, tale da garantire che tutti i prodotti automobilistici possano essere acquistati e venduti senza dazi o oneri aggiuntivi”. Le stime fatte dagli esperti del settore mostrano un aumento medio di circa 1.500 sterline (1790 euro) del prezzo medio di un’auto che oggi, nel mercato britannico, è di 22.700 sterline (27.030 euro).
Da ricordare che già il 2019 è stato un anno abbastanza burrascoso per il mondo automotive britannico: per quanto riguarda le esportazioni di veicoli, la quota di mercato è diminuita del 11,1%, mentre le aziende europee e giapponesi presenti sul suolo britannico hanno dovuto fare i conti con un -14,2% (1,3 milioni di veicoli) alla voce produzione rispetto al 2018. Da tener presente, inoltre, che Nel Regno Unito i lavoratori impiegati direttamente nel mondo automotive sono 168 mila, il 14% di tutto il settore industriale, a cui vanno aggiunti i 279 mila posti generati dalle aziende e dai servizi collegati.