Scontro totale tra la California e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Lo stato ha deciso di interrompere immediatamente l’acquisto di veicoli per le sue flotte pubbliche da General Motors, Toyota, Fiat Chrysler e tutte le altre case automobilistiche che sono al fianco di Trump nella “guerra” per impedire che lo stato della costa ovest regoli in maniera autonoma le emissioni dei gas di scarico delle automobili.
Questo perché la California, che da sempre regola autonomamente i propri tassi di emissione, ha deciso di restare fedele alle scelte fatte nel 2012 da Obama: entro il 2025 tutte le Case devono garantire che le loro auto consumino mediamente un gallone di benzina per percorrere 46,7 miglia, con aumenti progressivi annui – a partire dal 2020 – di almeno il 5%. Trump, al contrario, propone che nel 2026 l’efficienza si attesti sulla 37 miglia per gallone
La decisione presa, ovviamente, oltre ad essere un vero e proprio affronto alla Casa Bianca, va ad avere risvolti economici per niente trascurabili: tra il 2016 e il 2018, la California ha acquistato veicoli per 58,6 milioni di dollari da GM, 55,8 milioni da Fca, 10,6 milioni di dollari da Toyota e 9 milioni da Nissan.
Non è mancato uno scambio di osservazioni tra Jeannine Ginivan, portavoce di General Motors, e Gavin Newsom, governatore della California. Il primo: “Rinunciare alle auto di Gm o di altri produttori influirà sulle possibili scelte della California proprio nel settore dei veicoli a batteria, soprattutto di quelli dai prezzi più accessibili e costruiti in America. Alla lunga limiterà la capacità di raggiungere l’obiettivo di ridurre al minimo l’impronta di carbonio, un obiettivo che Gm condivide pienamente”; il secondo: “Questi produttori di automobili hanno scelto di essere dalla parte sbagliata della storia e ora rimarranno tagliati fuori dai benefici del potere d’acquisto della California”.