Modena ha varato un piano per la mobilità sostenibile nella città. Questo, denominato Pums (Piano urbano di mobilità sostenibile), si basa su cinque pilastri: zone 30 e più spostamenti in bici e a piedi, riorganizzazione del trasporto pubblico locale, profonda revisione della rete viaria, riordino della sosta e programmi di educazione e formazione continua nelle scuole e nelle aziende.”Una mobilità moderna e sostenibile è una questione di qualità della vita, dell’ambiente e dello spazio urbano. Bisogna convincere le persone che rinunciare all’auto, soprattutto per spostarsi su brevi tragitti, può tradursi in valore aggiunto per l’intera comunità e le generazioni future”, le parole di Alessandra Filippi, assessore alla Mobilità di Modena, in merito al piano che si vuole attuare.
Lo stesso assessore si è poi espressa in merito ai vari punti del piano: “l’obiettivo è fare di Modena ‘una città 30’ e non partiamo da zero. Abbiamo già 107 chilometri di strade dove non si può procedere a più di 30 chilometri orari, entro il 2022 ne sono stati programmati altri 30, procederemo a step progressivi fino a completare la rete. Altro capitolo per noi importantissimo è rilanciare i mezzi pubblici, cominciando da un’offerta di qualità è prevista una riorganizzazione totale di flotta e servizi con nuovi mezzi a basso impatto e nuove linee preferenziali, capillari e veloci”. Ha concluso, poi, concentrandosi sul metodo per andare a ridurre il traffico automobilistico: “Costruiremo nuove tratte in modo da dirottare i principali flussi veicolari sugli anelli esterni alla città per ridurre drasticamente il traffico automobilistico di attraversamento e sul corto e cortissimo raggio“, spiega Filippi, “realizzeremo nuovi parcheggi di scambio e gratuiti per incentivare cittadini e pendolari a proseguire verso il centro con gli altri modi di trasporto”.