Peter Robb, avvocato generale dell’agenzia americana del lavoro, ha veicolato un importante parere riguardo chi lavora per le imprese ma non ha un posto fisso (“gig economy) e ad esempio “chi guida per Uber può decidere in libera autonomia il proprio orario di lavoro, utilizza la propria auto e in più può scegliere d’impiegarsi anche con altre società concorrenti che vanno ad offrire il medesimo servizio. Questo perché non si è dipendenti dell’azienda ma semplici collaboratori”. Tutto questo perché si vanno a riprendere i principi della “gig economy”, un modello economico sempre più diffuso dove non esistono più le prestazioni lavorative continuative (non c’è il posto fisso con il contratto a tempo indeterminato) ma si lavora on demand, cioè solo quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze. C’è da aggiungere che chi lavora per questo tipo di imprese non è riconosciuto come dipendente a tutti gli effetti e di conseguenza non può essere iscritto ad alcun sindacato e non hanno il diritto di appellarsi contro le condizioni di lavoro. Inoltre non può godere di salario minimo, non ha straordinari pagati e neanche rimborsi spese.
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