La Commissione Europa è intervenuta per definire meglio i parametri dei test, viste le “furbate” delle case automobilistiche.
ZONE D’OMBRA – La nuova procedura di omologazione europea WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure), entrata in vigore nel settembre del 2017 e diventata attuativa a partire dal 31 agosto 2018, prevede dei test su consumi ed emissioni più severi e attinenti all’uso reale rispetto alla precedente NEDC. Tuttavia, anche in questo nuovo ciclo di omologazioni, risultano presenti diverse zone d’ombra, che hanno costretto la Commissione Europea ad apportare delle modifiche al regolamento.
FANNO I FURBI – Secondo quanto riporta Transport & Environment (associazione che ha l’obiettivo di promuovere una politica dei trasporti basata sui principi dello sviluppo sostenibile), la Commissione Europea avrebbe scoperto che le case automobilistiche, nell’eseguire le prove di omologazione WLTP, previsto dal settembre 2018, durante i test attivavano funzioni dell’auto in grado di aumentare le emissioni, il tutto attraverso lo spegnimento della funzione Start&Stop, o utilizzando la modalità Sport invece che quella Eco. Questo per aumentare artificialmente le emissioni di CO2, sperando di indebolire i futuri obiettivi di riduzione delle emissioni al 2025.
FATTA CHIAREZZA SUI TEST – Il regolamento aggiornato, entrato in vigore lo scorso febbraio, richiede alle case automobilistiche, durante i test, di attivare tutte le tecnologie di abbattimento delle emissioni presenti sull’auto, come ad esempio la funzione di Start&Stop, oltre all’utilizzo delle stesse modalità attivabili dal conducente per ogni modello testato, come la modalità Eco, piuttosto che quella Sport. Questa manipolazione dei test spiega, almeno in parte, l’enorme disparità che sussiste nelle emissioni medie tra le diverse case automobilistiche. Inoltre, con il nuovo regolamento, le case automobilistiche potrebbero dover testare nuovamente le loro auto.
Vinicio Paselli