Si è conclusa con la vittoria della coppia Francisco Javier Vila e Lluis Torrescasana nella categoria 4×4 e di Ivan Rodriguez e Mariela Gilsanz nella categoria 4×2 l’edizione 2019 del Panda Raid, una delle più affascinanti prove su lunga distanza – in questo caso sei tappe su strade, piste e zone desertiche del Marocco – assimilabili alla formula Rally Raid e riservate alle auto d’epoca. Come evidenzia con chiarezza il nome, Panda Raid (giunto alla 11ma edizione) è riservato alle Fiat Panda normali a trazione anteriore e alle Panda 4×4, oltre alle Seat Marbella che venivano costruite su licenza in Spagna, purché prodotte prima del 2003. Un divertente e impegnativo raduno amatoriale che permette di contenere le spese di partecipazione – l’iscrizione costa fino al 15 luglio in 2.350 euro con due persone per auto, ma che riduce questa cifra di 150 euro per i giovani sotto ai 29 anni e alle donne – e per la vettura, in quanto si tratta quasi sempre di Panda reperite sul mercato dell’usato. Quest’anno ha brillato anche un equipaggio italiano, quello della coppia Paolo Colasanti – Enrico Marasca del Team xxx Zero che a bordo della fedele Fiat Panda Trekking 4×4 hanno sfiorato la vittoria e si sono classificati secondi a soli 4 secondi dal vincitore nel Panda Raid 2019. Questa prestazione ha portato per la prima volta in 11 anni il Tricolore sul podio, distaccando gli altri 398 partecipanti alla gara appena conclusa. La performance della ‘multicolore’ Panda 4×4 numero 300 è ancora più straordinaria se si pensa che l’auto ha affrontato nelle due edizioni a cui ha partecipato (era presente anche nel 2018) circa 3000 km di deserto del Sahara Occidentale, con zero riparazioni e una meccanica praticamente di serie. Unica differenza – come per quasi tutte le Panda presenti alla gara – le speciali protezioni per gli organi meccanici, come le piastre per la coppa dell’olio e il motore, per il cambioe per il serbatoio della benzina. L’auto di Colasanti – Marasca era dotata anche di una batteria supplementare, di bullbar posteriore, di un kit di protezione fari, di snorkel (per aspirare l’aria in una zona con poca polvere) e – a bordo – uno strumento tripmaster indispensabile per seguire le distanze indicate sul Road Book del Panda Raid.Tutte le auto in gara sono poi completate con un trasmettitore Gps satellitare, per poter visualizzare (anche via web) le posizioni sulle mappe ed eventualmente intervenire rapidamente se la vettura rimane immobilizzata. L’edizione 2019 del Panda Raid ha visto anche la presenza – come vettura per la stampa – di una moderna Fiat Panda Cross 4×4 con motore bicilindrico 0,9 litri da 90 Cv, che ha dimostrato di essere la degna erede di una generazione di indomabili off-road decisamente più maneggevoli (e meno costose e impegnative) dei suv e fuoristrada più blasonati.
Vinicio Paselli