Gli esperti spiegano: ”Chiedendo aiuto viene allertata la squadra di reperibilità forestale che avvisa il rettore della riserva”. Il primo consiglio è la prudenza: ”Attenzione ai cartelli”.
TRENTO. “Se capita di investire un animale selvatico, un cervo o un capriolo, bisogna avvisare il 112 o la locale stazione forestale, se la si conosce”. È la raccomandazione del Servizio foreste e fauna della Provincia.
Gli esperti tracciano il quadro degli accorgimenti da mettere in atto dopo l’episodio delle Lochere, che ha visto un automobilista investire un capriolo e poi fuggire, salvo poi tornare sul posto a recuperare la targa del veicolo che aveva perso nell’impatto.
“In primavera ed estate, ma anche in autunno per la stagione degli amori del cervo, i cervi e i caprioli si muovono di più. Può capitare che li si investa con l’automobile – fa sapere il personale faunistico – In questo caso bisogna chiamare il numero unico dell’emergenza 112, che allerta la squadra di reperibilità (ce n’è una diversa ogni settimana) che, a seconda dei casi con i vigili del fuoco o meno, si porta sul posto“.
“È infatti necessario – spiegano gli esperti del Servizio provinciale – avvisare in questi casi il rettore della riserva, perché si tratta di selvaggina, animali per cui la riserva ha la delega gestionale“. “Se l’animale muore – proseguono poi – le spoglie spettano all’investitore“. Strano? Per niente: “È una sorta di risarcimento per il danno al mezzo”.
Ma la prima regola, sottolineano dal Servizio foreste e fauna, è sempre quella della prudenza alla guida: “Ormai praticamente in tutte le strade della provincia interessate dal fenomeno ci sono i cartelli e le sagome stilizzate che avvertono del possibile attraversamento di ungulati. Se si fa attenzione si possono evitare gli investimenti. È importante procedere lentamente e prestare attenzione alla segnaletica”.
In caso di investimento il conducente della vettura rischia una sanzione? “No, se rispetta il Codice della strada – è la precisazione – Se poi la velocità è pure contenuta il danno può essere contenuto esso stesso, altrimenti un impatto ad alta velocità può essere rischioso anche per chi è alla guida”.
E se l’animale non muore? “Qui entra in ballo la legge per il benessere degli animali” dicono gli esperti. E non solo. Il Codice della strada a livello nazionale obbliga a fermarsi e prestare soccorso all’animale colpito.
Impossibile insomma fare finta di nulla. Recita il comma 9 bis dell’articolo 189 del Codice della strada: ” L’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno“. Ancora: “Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 410 a euro 1.643. Le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all’obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 82 a euro 328“. Chiedere aiuto, insomma, non è solo un atto di civiltà, ma anche un obbligo.
Vinicio Paselli