I nuovi test europei WLTP per l’omologazione di consumi ed emissioni delle auto “non bastano per fermare le frodi dei costruttori”, accusa la battagliera associazione Transport & Environment. In una nota rivela che le analisi affidate all’organismo indipendente Emisia sono ancora del 12% diverse fra il dato reale e quello certificato.
Tre vetture esaminate da Emisia con i nuovi test WLTP
La maggiore discrepanza riguarda in particolare la Honda Civic, tanto che la stessa Transport & Environment fa sapere di non riuscire a spiegarsi la differenza sulle CO2. Gli altri due modelli esaminati sono la Opel Adam e la Ford Fiesta. Per quest’ultima la discrepanza tra l’indice dichiarato e quello reale è addirittura del 17%. L’associazione ritiene che il nuovo ciclo WLTP “non porta risultati credibili e da solo non fermerà la manipolazione dei test da parte dei costruttori”. Secondo l’International Council on Clean Transportation (ICCT), l’istituto che aveva portato alla luce il dieselgate, le differenze nel 2017 sono state del 39%. La ricerca prende in considerazione 1,3 milioni di macchine esaminate da diverse testate specializzate (nessuna italiana) e, naturalmente, non ancora quelle omologate secondo il ciclo WLTP.
Le differenze tra dati omologati e reali costano 400 euro l’anno agli automobilisti
Malgrado l’esito tutt’altro che incoraggiante, c’è un dato positivo: per la prima volta dal 2012 la ricerca ha rilevato un leggero calo delle discrepanze tra consumi dichiarati e reali,ma quella del 39% è una differenza ancora troppo elevata per essere credibile. Già il 12% contabilizzato dalla Emisia per conto della Transport & Environment sembrerebbe evidenziare un cambiamento radicale, ma la ricerca è limitata a tre modelli. La ICCt rileva amaramente che le auto di oggi consumano oggi quattro volte tanto quelle che circolavano nel 2001. Rispetto ai dati omologati, l’istituto ha stimato in 400 euro l’anno i costi aggiuntivi per il rifornimento a carico degli automobilisti. Ma il traffico è solo uno dei problemi: auto e furgoni incidono sull’inquinamento complessivo dell’aria nei paesi dell’Unione Europea per il 14%,però valgono il 70% delle emissioni degli spostamenti su strada.
Vinicio Paselli