Fiat Panda 4×4, Suzuki Jimny, Smart, Volkswaken Maggiolino, Land Rover Defender: tutti accomunati dal giocare nel seguitissimo campionato del vintage. Vintage? Sì, ma non troppo… Ormai da tempo si verificano autentici fenomeni di nostalgia, talvolta addirittura di pentimento, nei confronti di veicoli che, pur non più al passo con i tempi, vengono rimpianti. Ma questo mercato parallelo non deve essere identificato con quello che, ormai da diversi anni, coinvolge le auto d’epoca. Si tratta, piuttosto, del recupero di mezzi che possono e devono essere utilizzati tutti i giorni o che, comunque, non restano coccolati e protetti in garage che sembrano le suite di un grande albergo. Sorvoliamo sulle considerazioni psicologiche riferite all’effetto nostalgia, che potrebbero essere applicate ad ogni prodotto, e andiamo su cinque auto fra le più ricercate in Italia, molto diverse fra di loro per uso e tipo di pubblico.
PANDA 4×4 –La Pandina si è evoluta nel tempo, senza pianti e rimpianti eccessivi. Ad eccezione della vecchia 4×4, che diventava tale smanettando su una leva che inseriva la trazione integrale. Per ammirarla bisogna raggiungere monti, valli e anche qualche porticciolo dove ormeggiano le barche da pesca. La 4×4 ha praticamente sostituito il mulo sulle strade sterrate abbinando una discreta affidabilità a una versatilità inimitabile. In molti casi lo spartano divanetto posteriore viene eliminato per aumentare la capacità di carico, con tanto di portapacchi sul tetto. In questo caso il restauro è limitato all’efficienza del motore. La 4×4 è un cult in jeans, solo per chi la fa sudare e sporcare. La nuova versione Fca sembra ed in realtà è un piccolo Suv. Tanta… roba, anche troppa per i Pandisti integrali e integralisti di prima generazione. Le quotazioni? Chi ce l’ha, se la tiene. Per averla brutta e nuda ci vogliono almeno 5.000 euro. Ci vengono in mente certi gregari di una squadra di calcio, disprezzati da giovani e rivalutati quando si stanno per ritirare.
SUZUKI JIMNY – Quando ha visto la luce in Giappone il Suzukino (la Pandina, il Suzukino, ma come parliamo?) sembrava destinato solo alle signore. Magari non molto abili nelle manovre di parcheggio (non è sessismo, solo osservazione sul campo), senza desideri di velocità ma solo di grande praticità. In realtà il Jimny è diventato un amico inseparabile anche per uomini duri e puri, o sedicenti tali. Certo, è difficile vederlo attrezzato per la Dakar ma per i brevi spostamenti su spiaggia e neve è ottimo. La Suzuki ha recentemente deciso di pensionare il vecchio Jimny per proporne una versione più moderna ma anche dalle dimensioni diverse, decisamente più importanti. Gli ultimi modelli residui sono andati decisamente a ruba, i concessionari più pronti e lungimiranti non hanno avuto paura a fare scorte in doppia cifra. Anche perchè di invenduto non è rimasto quasi nulla, con l’usato schizzato a livelli record. Parafrasando un antico adagio chi trova un Jimny trova un tesoro…
SMART – La Smart ha più di vent’anni ma non li dimostra. Soprattutto le primissime (600 cc, versione benzina o diesel) che stanno conoscendo una seconda giovinezza. Risolti i problemi di gioventù legati alla fragilità del propulsore, è nata e sta crescendo una scuola di riparatori e restauratori di Smart (prima e seconda versione) che riabilita a pieno regime auto dove è necessario solo operare sul motore e il cambio. Premesso che circolano ancora modelli con 150-200mila chilometri (ma un pit-stop importante è comunque necessario), si può acquistare una buona vettura per farne un uso prevalentemente cittadino con un una forbice di spesa che varia dai 2.500 ai 3.500 euro.
MAGGIOLINO – Ha dell’incredibile la recente storia di un modello, il Maggiolino della Wolkswagen, che nella prima e più volte riveduta versione (quasi 22 milioni di esemplari prodotti) era stata prodotta e commercializzata dal 1938 (!) al 2003. La Casa di Wolfsburg aveva garantito ai nostalgici che il suo successore non avrebbe sfigurato. Ma il New Beetle, in realtà, non ha mai fatto breccia. Tanto meno sui talebani della leggenda ‘Uber Alles’, a volte appunto una leggenda. La sua produzione ormai appare in via di estinzione, dopo appena 3 lustri. Ma, appena si è sparsa la voce di un possibile definitivo addio, è partita la caccia al nuovo da stock e anche all’usato. Nemmeno si trattasse della versione più storica e glamour, sicuramente affascinante. Ma raramente, diciamo pure mai, il vintage ha spiegazioni razionali.
LAND ROVER – A proposito di avvicendamenti, il pensionamento del Defender (che ha deciso di rinnovarsi dopo 70 anni e oltre 2 milioni di esemplari prodotti) ha fatto salire alle stelle i prezzi dell’usato. Infatti, per un mezzo in buono stato ma con più di 100.000 chilometri non bastano 20-25.000 euro. Il mercato presenta senza imbarazzo contachilometri che segnano 300.000 e più. È già scattata da tempo la corsa di numerosi meccanici specializzati nel recupero di tutto quello ancora più o meno funzionante. Nonostante l’incredibile gamma di Suv di ogni specie e per ogni tasca, il ruvido, scomodo ma affascinante Land Rover continua a piacere, oltre ogni logica. Basti pensare che anche a livello di ricambi e accessori le quotazioni sono alle stelle. Un esempio? Il portapacchi sopra il tetto costa 3.000. La scaletta per accedervi 500. Chi ce l’ha non lo venda, ma soprattutto non lo svenda.
Vinicio Paselli