Nei giorni scorsi si è data ampia informazione sul giro di vite sui furbi delle targhe straniere. Cioè coloro che, pur residenti in Italia, immatricolano l’auto all’estero per non pagare il bollo italiano (soprattutto il superbollo) e l’assicurazione alle tariffe italiane. Nei casi peggiori, approfittando di buchi legislativi e inefficienza amministrativa, non pagano nemmeno le multe e addirittura circolano senza alcuna copertura assicurativa, nemmeno estera.
Targhe soprattutto svizzere, tedesche e dei paesi dell’est. Ma nel nostro territorio anche tante targhe di San Marino. Per avere la targa bianco-azzurra occorre essere residente sul Titano. Ma sono ancora in tanti che trovano un congiunto residente nella Repubblica della Libertà che si intesta l’auto anche del residente in Italia.
Dopo l’entrata in vigore di questa norma in tanti tra le forze politiche si sono adoperate per chiedere modifiche al decreto sicurezza per le auto con targa San Marino. In tanti hanno fatto i conti di quanto costa re-immatricolare in Italia un’auto con targa estera: circa 500 euro.
Nessuno si è invece preoccupato di quanto costa la nuova assicurazione. Mentre in realtà il vero salasso arriva da qui.
Il motivo? Non è valida l’assicurazione dello stato estero e la nuova assicurazione italiana non usufruisce della cosiddetta legge Bersani, entrata in vigore nel 2007, che permette di attivare un’assicurazione su un veicolo (nuovo o usato) di cui si è entrati in possesso, acquisendo la stessa classe di merito di un veicolo di proprietà dell’acquirente (o di un componente del nucleo familiare) già assicurato.
L’applicazione della legge Bersani è infatti, possibile “solo per le nuove auto (acquistate nuove o usate), che vengono immesse nel possesso familiare e che, quindi, non siano mai state assicurate”.
L’auto con targa San Marino o altro stato estero, essendo già stata assicurata nello stato estero non usufruisce della Bersani e pertanto l’assicurazione italiana parte dalla classe di merito del bonus\malus N.14 (su 18 classi in tutto).
Facile capire cosa succede. Chi era in classe 1 e pagava il minimo di assicurazione si ritrova la tariffa della Rcauto (ovviamente a copertura della medesima auto con lo stesso conducente) moltiplicata da 3 a 4 volte rispetto all’importo attuale. Una vettura di 1,4 cc di cilindrata in classe bonus\malus 14 va a pagare dai 1000 ai 1800 euro, secondo le compagnie. Per arrivare alla classe di bonus\malus 1 ci si mettono 13 anni. Un costo di assicurazione enorme.
Si potrebbe ovviare a tutto ciò vendendo l’auto con targa estera ed acquistarne un’altra nuova o usata che rientri nella legge Bersani. Ma qui sorge un secondo problema, che penalizza il nucleo famigliare con una sola auto con targa estera. Neanche in questo caso potrebbe scattare la Legge Bersani. Infatti è necessario che “il proprietario del veicolo da assicurare attraverso l’applicazione della legge e quello del veicolo già assicurato dal quale si vuole ereditare la classe di merito devono necessariamente essere la stessa persona o comunque essere parte del medesimo nucleo familiare (anche non parente). Condizione da verificare attraverso la richiesta dello Stato di Famiglia . Non essendoci nessun famigliare con auto assicurata, nemmeno cambiando auto sarebbe possibile acquisire una classe di merito più bassa della 14.
Sarebbe, forse utile, modificare questo aspetto della legge e permettere di portarsi dietro la classe di merito dell’assicurazione già in essere sulla targa estera.
Vinicio Paselli