In questi giorni si sta svolgendo a Katowice, Polonia, la COP24, l’assemblea mondiale sul clima e l’obiettivo principale è quello di arrivare a un contenimento dell’aumento della temperatura terreste definendo le regole di attuazione dell’Accordo di Parigi del 2015.
C’è bisogno che le varie nazioni stabiliscano regole e diano vita ad azioni concrete per mantenere al di sotto dei 2 gradi centigradi il surriscaldamento globale: bisogna stabilire un “rule book” da tenere presente per tutti. Il pericolo, se non si dovesse giungere ad un accordo univoco, è quello di arrivare nel lungo periodo ad un aumento medio fino ai 3 gradi centigradi prima del 2100.
Uno dei punti fondamentali per contenere il riscaldamento globale è quello di ridurre l’emissione di CO2 del 45% entro il 2030. Secondo le stime fatte dal Gruppo intergovernativo per il cambiamento climatico, i trasporti rappresentano un quarto delle emissioni globali e negli ultimi 30 anni è aumentato del 70%. Da qui va sé che si arrivi a quello che è l’elemento chiave per l’abbassamento delle emissioni, l’auto elettrica, il veicolo a zero emissioni. Da qui si dovrà partire per risolvere il problema e, parole di António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, “l’elettricità dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili e non da combustibili fossili, altrimenti si potrebbe addirittura aggravare il problema”.
Diversi sono i progetti in cantiere per andare ad abbattere il muro delle emissioni: Regno Unito e Francia, ad esempio, hanno intenzione di vietare nuove vendite di veicoli a benzina o diesel dopo il 2040; la Cina sta ragionando sullo stesso obiettivo. Il Sud Africa vuole ridurre le emissioni da gas effetto sera dei trasporti entro il 2050; la Corea del Sud lavora per avere un milione di veicoli elettrici in strada entro i prossimi due anni. Infine, l’India conta di arrivare al 15% del parco circolante a zero emissioni entro il 2023.