L’auto elettrica si sta insinuando pian piano nel mercato mondiale delle auto e, molto probabilmente, tra non molti anni sarà l’auto di punta di tutte le maggiori case automobilistiche mondiali. In attesa che ciò avvenga, dalla Chalmers University of Technology, prestigiosa università della Svezia, giunge la notizia di un interessante progetto che il professor Leif Asp, docente di materiali e meccanica computazionale, sta portando avanti con il suo staff. Secondo Asp e la sua equipe è possibile immagazzinare energia elettrica nella fibra di carbonio e, di conseguenza, questa energia raccolta può essere utilizzata per ricaricare la batteria della vettura stessa.
Il gruppo di lavoro coadiuvato da Asp ha scoperto che la microstruttura delle fibre di carbonio influisce sulle proprietà elettrochimiche, in sostanza le stesse sono in grado di comportarsi come gli elettrodi in una batteria agli ioni di litio. Dagli studi fatti sulle diverse tipologie di fibre di carbonio presenti in commercio, si è scoperto che quelle con cristalli piccoli e poco orientati hanno buone proprietà elettrochimiche ma una rigidità inferiore rispetto a fibre che hanno cristalli orientati più grandi, altamente orientati e una maggiore rigidità. Il nocciolo del progetto sta nel fatto che Asp sembra aver trovato il giusto equilibrio tra rigidità e accumulo di energia, quindi queste fibre di carbonio possono essere utilizzate per l’industria automobilistica. Secondo lo scienziato la chiave di volta sta nel “saper ottimizzare i veicoli a livello di sistema, in base a peso, resistenza, rigidità e proprietà elettrochimiche”.
Lo studio dell’Università scandinava non è il solo in cui si dimostra la possibilità di poter utilizzare le fibre di carbonio come caricatore per le batterie delle auto elettriche. Anche la Lamborghini, l’anno scorso, ha realizzato, in collaborazione con il MIT (Massachsetts Institute of Technology), un concept chiamato Terzo Millennio.