Il Worldwide Harmonized Light-Duty Vehicles Test Procedure (Wltp), ovvero la procedura di omologazione per le auto nuove, è cambiata dal 1 settembre.
Con la modifica di questa normativa cambiano i parametri da rispettare nella misurazione dei consumi e delle emissioni. Tale cambiamento obbliga i costruttori ad uniformarsi a questo nuovo protocollo, pena, ovviamente, l’impossibilità di commercializzare le nuove vetture sul mercato. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità della normativa.
Prima di tutto bisogna fare in modo che l’auto, nel momento dei test, sia portata il più possibile alle condizioni reali di utilizzo quotidiano. I motori, quindi, percorreranno più strada, a velocità elevata e in vari ambienti. Aumenta il tempo della durata dei test: si passa dai 20 minuti dell’Nedc (New European Driving Cycle, il vecchio sistema di misurazione) ad un tempo totale di mezz’ora. I chilometri che l’auto dovrà percorrere saranno 23 e durante le soste – i momenti in cui l’auto è ferma col motore acceso – la percentuale di stop dovrà essere pari al 13,4%. Gli optional, con la modifica, entrano a far parte del calcolo totale e le auto con più dotazioni produrranno maggiori emissioni.
Infine, i test Wltp si svolgeranno in laboratorio, ma l’Unione Europea ha deciso che una parte venga fatta anche per strada; questo per cercare di avere dei risultati più precisi e più vicini alla realtà. La procedura – che rileva ossidi di azoto e particolato – per questi test prende il nome di Rde, Real Driving Emission, e lo strumento per le misurazioni prende il nome di Pems (Portable Emissions Measurement Systems). Discorso diverso per le auto ibride: il processo sarà articolato su due fasi: la vettura parte a batteria completamente carica e il primo ciclo viene ripetuto fino all’esaurimento. Nello step successivo, l’energia motrice proviene esclusivamente dal motore a combustione e dalla frenata rigenerativa. Il valore delle emissioni è quindi calcolato come il rapporto tra range elettrico e autonomia totale.