(omniauto.it)
A seguito della depenalizzazione della guida senza patente sono aumentati gli incidenti e le vittime della strada
La polemica nasce il 6 febbraio 2016, quando il Governo Renzi decide di depenalizzare la guida senza patente: da allora, stare al volante senza aver conseguito la patente, oppure con la patente revocata, è solo un illecito. Non un reato. L’automobilista evita il processo penale, subisce il doppio dell’ammenda prevista in precedenza (ora 5.000 euro) e il fermo amministrativo dell’auto per 3 mesi. Il reato c’è solo in caso di recidiva nel biennio. Subito, i rappresentanti della confederazione delle autoscuole e dei consulenti automobilistici definiscono la depenalizzazione della guida senza patente “un errore: la maggior parte delle persone che in Italia guidano senza patente è senza fissa dimora, spesso risulta nullatenente e dunque non in grado di pagare una multa. In questo modo si darà il via libera ad un’ulteriore impunità di cui godranno quei soggetti, spesso immigrati, che continueranno a guidare senza documenti e che non pagheranno mai un verbale così salato”. L’obiettivo di Renzi era svuotare le carceri e alleggerire il carico di lavoro dei magistrati, ma negli scorsi giorni il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, ha lanciato l’allarme: “Bisognerebbe sanzionare con il carcere la guida senza patente, in stato di ebbrezza e senza copertura assicurativa”.
Incidenti? No, crimini
Negli ultimi mesi, infatti, si sono susseguiti incidenti gravissimi causati da automobilisti senza patente, spesso anche ubriachi o drogati e con la vettura priva della Rc auto obbligatoria. Senza parlare dell’assenza della revisione periodica. Secondo Giovannini, “la nuova legge sull’omicidio stradale ha inasprito il quadro repressivo, però non è bastato, perché prosegue la strage stradale”. Interessante la tesi del magistrato, da sempre impegnato sul fronte sicurezza stradale: “Occorrerebbe un ulteriore salto culturale per considerare certi tipi di sinistri stradali non semplici incidenti, ma il prodotto di gravissimi comportamenti criminali. Insomma, lo stigma sociale dovrebbe manifestarsi in forma assoluta”.
Pericolo pirateria
L’Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) fa eco a Giovannini, evidenziando anche l’elevato numero di atti di pirateria stradale: nel 2017, ben 117 morti causati da automobilisti che, dopo l’incidente, sono scappati senza prestare soccorso alla vittima. Spesso indotti alla fuga perché privi di patente, assicurazione, revisione, e sotto l’effetto di alcol o droghe. La norma, dice l’Associazione, “non è assolutamente dissuasiva e ormai rappresenta solo un breve intralcio per i conducenti “spatentati” e scoperti di assicurazione. Si deve tornare ad una sanzione penale che preveda l’arresto e l’ammenda con l’individuazione di ulteriori misure alternative come il divieto di uscire di casa in ore notturne”.
Per chi la dimentica è diverso
In chiusura, vale la pena comunque ricordare che si parla di guidatori privi di patente, mai conseguita o revocata. Una cosa ben diversa è il guidatore che si mette al volante con patente dimenticata a casa (o altrove): la multa è di 41 euro, in base all’articolo 180 del Codice della Strada. Saranno gli agenti delle Forze dell’ordine a verificare il tipo di infrazione consultando un database collegato alla Motorizzazione. Se è solo una dimenticanza, la Polizia o i Carabinieri fanno firmare un verbale all’automobilista, che dovrà presentarsi entro una trentina di giorni (la legge non indica il termine di tempo) in una qualsiasi caserma per esibire la patente.
omniauto.it – 14/02/2018