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IL FENOMENO DEL GELICIDIO È PIUTTOSTO RARO, MA ASSAI RISCHIOSO PER LA SICUREZZA STRADALE. ECCO CHE FARE PER GUIDARE INCOLUMI
SERIAL KILLER Quella sinistra assonanza col termine “omicidio” basterebbe a provocare i brividi lungo la schiena. Brividi di freddo e di paura, dal momento che il gelicidio ti assale da dietro (anzi, da sotto) quando meno te lo aspetti. Già, non bastassero la pioggia, la neve, il ghiaccio e la temperatura sotto lo zero: il gelicidio aggiunge suspense a un viaggio verso casa che è di per sé già un’avventura. Si è fatto un gran parlare, i giorni scorsi, del fenomeno che ha colpito alcune zone dell’Appennino e della Pianura Padana. Difficile che si riproponga a breve distanza di tempo: casi di gelicidio si verificano con bassa frequenza, proprio perché è necessaria una combinazione di fattori differenti. Meglio, tuttavia, prendere le precauzioni, e quantomeno sapere cos’è, e come comportarsi al volante della propria auto se si dovesse manifestare ancora.
DOCCIA GELATA Chiamasi gelicidio, innanzitutto, un evento meteorologico provocato dalla pioggia o dalla pioviggine che, a causa del fenomeno della sopraffusione, cadono al suolo in forma liquida pur in presenza di una temperatura dell’aria inferiore a 0 °C, per poi gelare a contatto col terreno. In particolare, il gelicidio si verifica quando il suolo è avvolto da uno strato di aria fredda, inferiore allo zero, mentre più in altitudine uno strato d’aria più calda genera la fusione della neve che scende a fiocchi. Quando le gocce entrano in contatto con la superficie, si congelano all’istante e formano uno strato di ghiaccio trasparente, omogeneo, liscio e molto scivoloso. Una coperta invisibile (a differenza del ghiaccio vero e proprio) che intrappola all’interno di un involucro assai duro i rami degli alberi, gli arbusti, l’erba dei prati, i cavi elettrici. E l’asfalto…
INDOMABILE Il gelicidio è molto frequente in Europa Centro settentrionale, ma (come abbiamo visto) può verificarsi anche alle nostre latitudini, sia in pianura, sia in quota. E se camminando su un marciapiede avvolto da gocce di pioggia cristallizzate si è sempre a rischio capitombolo, al volante i pericoli si moltiplicano e impongono la massima prudenza. Anche un set di gomme invernali della miglior marca, in presenza di gelicidio, sono armi quasi spuntate: date le proprietà di massima omogeneità del manto acquoso, il battistrada tassellato non riesce infatti a intrappolare i cristalli e a migliorare l’aderenza del pneumatico col fondo stradale. Lo stesso dicasi per la trazione integrale: sempre meglio di un’auto a due ruote motrici, per non parlare di una trazione posteriore. Tuttavia anche il sistema 4×4 più sofisticato, muso a muso col gelicidio viene pressoché neutralizzato.
Che fare, quindi? Il primo consiglio è ovviamente quello di informarsi, attraverso i canali a propria disposizione, sul rischio che sul proprio percorso possano verificarsi episodi di gelicidio, oppure che siano già in corso. In caso affermativo, considerate seriamente l’ipotesi di rinunciare a mettervi per strada. Qualora tuttavia rinunciare al viaggio non fosse possibile, attrezzarsi di prudenza massima e applicare tutte le tecniche di guida che normalmente si adottano in caso di neve e ghiaccio. Soltanto, applicandole al quadrato: significa che qualsiasi movimento, dalla pressione sul gas alla frenata, passando per uso del cambio e correzioni allo sterzo, dovranno avvenire al rallentatore, dando fondo alla propria dolcezza e fluidità nei gesti. Conservare una distanza dai veicoli che precedono di molto superiore alla marcia su strada asciutta, e ovviamente mantenete una bassa velocità, sufficiente a trasmettere un minimo senso di controllo del mezzo. Infine, niente panico: il gelicidio si attraversa, mentre perdere il buon senso potrebbe portare a conseguenze spiacevoli.
Lorenzo Centenari – motorbox.com – 13/12/2017