(quotidiano.net/motori)
Lo studio ‘Connected Car Effect 2025’ prevede grandi vantaggi portati dallo sviluppo e dalla diffusione dei sistemi di guida connessa
(Foto: Bosch)
Lo sviluppo di sistemi tecnologici che rendono le auto sempre più connesse(tra loro, con l’ambiente e in Rete) è un sentiero battuto con impegno da ormai tutte le grandi case automobilistiche. Uno studio intitolato ‘Connected Car Effect 2025’, firmato da Bosch e dall’azienda di consulenza Prognos, promuove tale tendenza con previsioni decisamente ottimistiche.
LO STUDIO
Lo studio ‘Connected Car Effect 2025’, presentato allo scorso CES di Las Vegas, afferma che la diffusione della connettività nei veicoli porterà, da qui ai prossimi otto anni, a una sensibile diminuzione degli incidenti e del consumo di carburante, e quindi anche una diminuzione dell’inquinamento. La ricerca ha preso in considerazione tre grandi scenari, ossia gli Stati Uniti, la Cina e la Germania. I risultati di queste proiezioni nel futuro sono tradotti in numeri incoraggianti: si parla di 260mila incidenti e circa 360mila feriti in meno, con 11mila potenziali vittime risparmiate. Ma anche oltre 390mila tonnellate di CO2 che non si propagheranno nell’atmosfera. Tutto questo grazie al sempre più diffuso utilizzo di sistemi di sicurezza adattivi e di connessione intelligente: entro il 2025, per esempio, il controllo elettronico di stabilità ESP sarà presente sul 90% dei veicoli in circolazione in USA, Cina e Germania e i sistemi di infotainment basati sul cloud o su applicazioni connesse allo smartphone saranno installati su quasi il 50% dei mezzi.
UN RISPARMIO ANCHE ECONOMICO
I vantaggi in termini di efficienza si traducono anche in buone notizie per i portafogli. La stima è che da qui al 2025, nei mercati presi in considerazione, si potranno risparmiare fino a 4,3 miliardi di euro di costi legati a danni ai veicoli. Questo porta, per logica, alla riduzione di tutta un’altra serie di voci di spesa collegate, come assicurazioni, materie prime ed energia.
fonte: quotidiano.net/motori – 25/01/2017