(ecoblog.it)
Secondo quanto disposto dal decreto legislativo 257 del 16 dicembre 2016 a partire dal prossimo 28 gennaio 2017 saranno vietate sosta e fermata nelle aree di ricarica delle auto elettriche
Il verbale per chi sosta sulle aree di ricarica delle auto elettriche ammonterà a 85 euro ma come per ogni multa si avrà il diritto al 30% di sconto se si paga entro 5 giorni dalla notifica del verbale a casa. Si tratta di nuove norme del Codice della Strada, che recepiscono direttive comunitarie per promuovere la creazione di punti di ricarica per auto elettriche e garantirne l’accesso completo al pubblico. L’obiettivo sembra essere proprio l’incentivazione e l’armonizzazione degli interventi e degli obiettivi comuni nel territorio nazionale in materia di reti infrastrutturali di ricarica e di rifornimento a servizio dei veicoli alimentati a energia elettrica e ad altri combustibili alternativi.
Se dal punto di vista legislativo il governo sembra orientato al balzo nel settore delle auto elettriche dal punto di vista dal punto di vista politico-economico la strada è ancora lunga: come ricorda Wired negli ultimi quattro anni l’Italia ha speso appena 6.286,28 euro per dotare l’intera penisola di una rete di ricarica per le automobili elettriche, nonostante nel 2012 il Mit abbia messo a disposizione ben 50 milioni di euro tra il 2013 e il 2015 per il suo “Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica”.
Che fine hanno fatto quei soldi? Niente di tragico, per fortuna non sono spariti nel nulla: sono passati dalle casse del ministero dei Trasporti (Mit) a quelle del Poligrafico dello Stato per coprire le spese di pubblicazione di un bando per finanziare nuove infrastrutture, un groviglio di burocrazia che ha rallentato moltissimo lo sviluppo di queste tecnologie in Italia. L’UE, attraverso la direttiva 94 del 2014, ha sollecitato gli Stati a dotarsi entro il 31 dicembre 2020 di una rete di ricarica adeguata e accessibile a tutti nelle grandi città e nelle aree più popolate. Forse, con grave ritardo, arriverà anche l’Italia.
autore: ecoblog.it – 23/01/2017