Le stazioni di servizio dovranno avere le colonnine per la ricarica, ma anche una pompa per il metano. Ecco le novità introdotte con l’entrata in vigore del “Quadro strategico nazionale”
La ricarica delle auto elettriche si potrà fare entro il 2020 non solo attraverso le colonnine pubbliche installate dai Comuni, ma anche presso le stazioni di servizio tradizionali. La novità è contenuta nel Decreto Legislativo n. 257/2016 entrato in vigore con la pubblicazione in G.U. lo scorso 13 gennaio che recepisce la Direttiva 2014/94/UE (DAFI) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, che obbliga gli Stati membri a dotarsi di un Quadro strategico nazionale per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi.
Secondo la nuova norma, le Regioni «Nel caso di autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti di distribuzione carburanti e di ristrutturazione totale degli impianti di distribuzione carburanti esistenti, prevedono l’obbligo di dotarsi di infrastrutture di ricarica elettrica di potenza elevata almeno veloce», le colonnine cioè di potenza compresa tra 22 kW e 50 kW che permettono di caricare le batterie in circa 1 ora, tempo variabile comunque a seconda del modello e della potenza erogata dalla colonnina.
Oltre alle postazioni per la ricarica delle batterie, il decreto prevede che insieme alle colonnine siano obbligatoriamente installati impianti di erogazione del metano, sia in modalità self service che “servito”, dando ulteriore impulso ad un carburante per cui l’Italia detiene già il primato europeo per parco circolante e diffusione dei distributori.
La norma punta a tutelare soprattutto le aree più inquinate, dal momento che lo stesso obbligo è previsto per «tutti gli impianti di distribuzione di carburanti stradali già esistenti al 31 dicembre 2015, che hanno erogato nel corso del 2015 un quantitativo di benzina e gasolio superiore a 10 milioni di litri e che si trovano nel territorio di una delle province i cui capoluoghi hanno superato il limite delle concentrazioni di PM10 per almeno 2 anni su 6 negli anni dal 2009 al 2014».
A questi si aggiungeranno «tutti gli impianti di distribuzione carburanti stradali esistenti al 31 dicembre 2017, che erogano nel corso del 2017 un quantitativo di benzina e gasolio superiore a 5 milioni di litri e che si trovano nel territorio di una delle province i cui capoluoghi hanno superato il limite delle concentrazioni di PM10 per almeno 2 anni su 6 negli anni dal 2009 al 2014».
La ricarica all’auto elettrica si potrà fare anche in autostrada. Il decreto prevede infatti che i concessionari presentino entro il 31 dicembre 2018 un piano di diffusione dei servizi di ricarica elettrica. Le stazioni di ricarica veloci autostradali dovranno essere posizionate a non più di 50 km sullo stesso asse viario, mentre per strade urbane ed extraurbane la distanza massima sarà di 20 km.
Altre disposizioni riguardano il pagamento, che dovrà essere possibile con carta di credito, e il prezzo dell’energia erogata, che secondo il decreto dovranno essere «ragionevoli, facilmente e chiaramente comparabili, trasparenti e non discriminatori».
autore: Daniele Pizzo – automoto.it – 18/01/2017