28/11/2016
Il tema del bollo auto continua a tenere banco, sia per quanto riguarda la Lombardia, sia nei provvedimenti emanati dal Parlamento.
Gli uffici del dipartimento dei Trasporti e le autofficine autorizzate a fare la revisione dovranno controllare dal 2018 che i proprietari dei veicoli abbiano sempre versato la tassa di circolazione, oltre a verificare che il mezzo non sia sottoposto a fermo amministrativo. Nel caso in cui l’accertamento dia esito negativo non sarà possibile procedere con il collaudo della vettura e il suo proprietario sarà obbligato sia ad effettuare i pagamenti mancanti che a presentare una nuova richiesta di ispezione per poter circolare.
Da tener presente che la tassa di circolazione non è dovuta nel caso in cui il periodo per effettuare il versamento abbia superato i tempi della prescrizione. Secondo la legge 296/06 il contribuente che non ha ricevuto alcun sollecito o cartella di pagamento entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è diventato definitivo, non dovrà corrispondere alcun tributo.
L’attuale emendamento è stato presentato alla Commissione Finanze della Camera, che lo ha temporaneamente approvato. Il testo, come tutte le altre proposte di modifica, sarà in un secondo momento esaminato dalla Commissione Bilancio: inoltre prima di diventare legge dovrà ottenere il via libera da entrambe le Camere, un iter che fa capire come la strada sia ancora lunga.
Ricordiamo che il bollo auto, alla sua entrata in vigore, era una tassa di circolazione, ovvero obbligatoria solo per poter circolare e da non corrispondere se il veicolo era fermo in un’area privata. Dal 1983 viene disciplinata come tassa di proprietà, da versare in quanto imposta legata al possesso dell’auto.
L’idea dell’emendamento è quella di risolvere il problema dell’evasione, che attualmente le Regioni – destinatarie del gettito – non riescono ad arginare. Una possibile soluzione era stata vagliata la scorsa primavera, quando il Presidente del Consiglio ipotizzò di abolire la tassa sostituendola con un’addizionale sui carburanti, con l’ulteriore vantaggio di eliminare i costi delle burocrazie regionali che si occupano di gestirne la riscossione. L’argomento, già trattato nell’articolo “Bollo auto, dal Parlamento la nuova proposta di abolizione“, è stato momentaneamente messo da parte: i più colpiti da questa eventuale legge sarebbero coloro che si spostano di più con l’auto per motivi di lavoro o di piacere, innescando il principio che chi più inquina, più paga.
Al momento il Ministero delle Infrastrutture non è in possesso dei dati sul bollo, che quindi dovranno essere recuperati dagli enti Regione. Sarà dunque necessario creare un canale diretto tra l’ufficio tributi delle singole autonomie e il Centro elaborazione dati dello stesso dicastero, a cui il centro revisioni già accede al momento della verifica. Un’ulteriore comunicazione da risolvere è quella per l’accertamento del fermo amministrativo, annotato nei registri del PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Attualmente una visura online ha un costo di circa 6 euro: il timore è che tale spesa potrebbe gravare sul portafoglio degli automobilisti con un aumento della tariffa per effettuare il collaudo, attualmente pari a 66,88 euro, di cui 45 di tariffa vera e propria e 21,88 di costi burocratici e amministrativi.
L’ipotesi di aumento è tutt’altro che remota, visto che a prevedere “l’importo per l’attività prestata” sarà un decreto – contenente le modalità tecniche e amministrative di accertamento – da emanare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
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A cura di: Paola Campanelli